CAFFE' TAZZINE COLAZIONE BAR ESPRESSO
Un recente studio della Uil Pensionati evidenzia come a causa del blocco della rivalutazione si sia verificata una pesante perdita reale e permanente per i pensionati, stimabile in circa 10mila euro in 10 anni. Questa diminuzione del potere d’acquisto si riflette concretamente nella vita quotidiana dei pensionati, evidenzia la Uil. Nel 2014, con una pensione netta di 1.738,29 euro, era possibile acquistare circa 1.931 caffè al bar; nel 2024, con una pensione rivalutata a 2.002 euro netti, se ne possono acquistare solo 1.668, registrando una diminuzione di 262 caffè all’anno. Ora, chissà a quanti caffè rinunceremo in vista dei prossimi rincari? Andrea Illy, presidente di Illycaffe, ha infatti recentemente dichiarato in un’intervista a Class Cnbc che “il prezzo della tazzina di caffè al bar è già aumentato e continuerà ad aumentare”.
Secondo Illy, il costo della tazzina è troppo basso in Italia, dove attualmente si paga circa 1,20 euro, una cifra che non copre neanche il costo del lavoro. “Buona parte dei troppi pubblici esercizi presenti in Italia vive in condizioni di redditività insufficiente“, spiega Illy, aggiungendo che “questo prezzo così basso non remunera neanche il capitale investito”. Inoltre, il presidente di Illycaffe sottolinea una realtà globale difficile per i produttori: “Dall’altra parte della Terra ci sono poi 12 milioni e mezzo di microagricoltori sparsi su 40 paesi del sud del mondo, di cui metà vive al di sotto della soglia della povertà“. Questo, secondo Illy, fa sì che “il prezzo attuale del caffè non possa essere considerato etico”. Ma non solo il caffè al bar: anche il caffè che acquistiamo per casa sta diventando sempre più costoso.
Illy aggiunge che il caffè che compriamo a casa è “in termini di costo per porzione ai più bassi livelli del carrello della spesa”. Secondo lui, un “aggiustamento dei prezzi verso livelli un po’ più remunerativi” è necessario per consentire ai produttori di fare gli investimenti necessari, in particolare per affrontare il cambiamento climatico e per combattere la povertà. Le previsioni sui prezzi del caffè si allineano con le difficoltà globali nella produzione. Recentemente, infatti, le scorte di caffè hanno subito una riduzione significativa. Le scorte di caffè robusta sono scese a un minimo di due mesi, mentre quelle di arabica sono diminuite a un minimo di 9 mesi, sebbene successivamente ci sia stata una leggera ripresa. Inoltre, le scarse piogge in Brasile, il più grande produttore mondiale di caffè arabica, stanno contribuendo ad aumentare i prezzi. Secondo Somar Meteorologia, la principale zona di coltivazione del caffè arabica in Brasile, Minas Gerais, ha ricevuto solo il 24% della pioggia media storica, danneggiando le coltivazioni.
Oltre alla scarsità di piogge, i produttori brasiliani hanno già venduto una percentuale maggiore del loro raccolto rispetto agli anni precedenti. Questo sta riducendo ulteriormente l’offerta disponibile sul mercato. Infatti, all’11 febbraio, il 88% del raccolto di caffè brasiliano per il 2024/25 era già stato venduto, contro il 79% dello stesso periodo dell’anno precedente. I produttori sono però riluttanti a vendere una percentuale maggiore del raccolto 2025/26, un segno di una scarsa disponibilità di nuova offerta. In aggiunta, la produzione di caffè in Vietnam, uno dei maggiori produttori di robusta, è scesa del 20% a causa della siccità, portando a una minore offerta di caffè robusta. Anche le esportazioni vietnamite hanno registrato una diminuzione, scendendo del 17,1% rispetto all’anno precedente. Le previsioni meteorologiche, infatti, mettono in evidenza che il clima secco causato dal fenomeno di El Niño ha avuto effetti devastanti, danneggiando le coltivazioni in vari paesi, inclusa la Colombia, che sta ancora affrontando le conseguenze della siccità dello scorso anno. Tutti questi fattori, tra cui la scarsità di offerta e l’impatto del cambiamento climatico sulle coltivazioni, contribuiscono dunque a far aumentare il prezzo del caffè. Di conseguenza, il prezzo della tazzina al bar è destinato a continuare a salire, un’evoluzione che, secondo Illy, è necessaria per garantire la sostenibilità della produzione di caffè a livello globale. Come sottolinea il presidente di Illycaffe, “un aggiustamento dei prezzi” è inevitabile per consentire ai produttori di affrontare le sfide economiche e climatiche e continuare a garantire una produzione di alta qualità. Altro che i 7mila caffè, cantati da Alex Britti…
“Confindustria considera positivamente il decreto legge da 3 miliardi di euro per l’energia, ripartito in…
Se l'Europa trema alla prospettiva dei dazi del 25% annunciati da Donald Trump, il governo…
"Chi ha paura di Trump ha paura del futuro, chi pensa che a Washington ci…
"Il governo è solidissimo, è il sesto governo più longevo della storia repubblicana, nonostante sia…
L'accordo con l'Ucraina sulle terre rare sarà "molto equo". Lo ha detto il presidente degli…
"In questa fase è importante riuscire a fare le valutazioni sui fatti concreti e non…