Liquefied natural gas (LNG) tanker, Golar Tundra, a floating storage and regasification unit, enters the port of Piombino, Tuscany, late on March 19, 2023, after it departed from Singapore, crossed the Suez Canal to enter the Mediterranean. - A new floating storage and regasification unit considered crucial to Italy's energy independence arrived in Tuscany on March 19, 2023. The Golar Tundra will receive liquified natural gas (LNG) from other carriers which it will turn back into a gaseous state that can be fed into Italy's national gas network. The project is a key part of Italy's plan to reduce its reliance on Russian gas following the invasion of Ukraine, which has also new deals with partners such as Algeria and Libya. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)
Nel primo trimestre 2023 è stata decisa la riduzione dei consumi italiani di gas, calati del 18,9% a 20,7 miliardi di metri cubi dai 25,6 miliardi di metri cubi dello stesso periodo del 2022. Nel periodo sono diminuiti i consumi residenziali (-17,1% a 11,6 miliardi di metri cubi), quelli termoelettrici (-26,9% a 5,3 miliardi di metri cubi), gli industriali (-13,2% a 3 miliardi di metri cubi). Alla base dei ribassi le temperature superiori alle medie stagionali e gli effetti del piano nazionale di contenimento dei consumi di gas. La tendenza ha evitato problemi di approvvigionamento di metano, nonostante il forte calo di flussi dalla Russia e nonostante nel primo trimestre siano stati estratti 778 milioni di metri cubi nel nostro Paese, cioè il 5,5% in meno di produzione nazionale nei confronti dei primi tre mesi del 2022. Complessivamente tra gennaio e marzo il flusso di gas da Nord è sceso di 3,5 miliardi di metri cubi rispetto allo scorso anno e quello da Sud è calato di 0,3 miliardi di metri cubi, mentre invece è salito di un miliardo il volume di Gnl. Ecco la ripartizione delle forniture all’Italia.
GASDOTTI NORD. Due sono i gasdotti attivi che portano gas nella Penisola. A Tarvisio arriva il tubo che parte dalla Russia, attraversa l’Ucraina e la Mitteleuropea fino a entrare nell’estremo nordest italiano. Nel primo trimestre sono entrati da questa infrastruttura 1,4 miliardi di metri cubi, in calo del 73,6% dall’anno precedente. In controtendenza invece il flusso da Passo Gries, al confine svizzero, che porta il metano proveniente dall’Europa del Nord: +35,7% a 2,3 miliardi di metri cubi.
GASDOTTI SUD. Tre sono gli impianti che garantiscono forniture all’Italia. In Sicilia arrivano due tubi: uno proveniente dall’Algeria che, attraverso la Tunisia, arriva poi a Mazara del Vallo, uno che invece dalla Libia sbarca il metano a Gela. Il primo, nonostante un rafforzamento dei patti di collaborazione tra governo italiano e quello algerino, ha visto una diminuzione degli approvvigionamenti dell’1,3% attestandosi a 5 miliardi di metri cubi: si tratta comunque della principale forniture di metano all’Italia. Il secondo invece ha segnalato un balzo dei rifornimenti del 34,5% a 672 milioni di metri cubi. Il terzo gasdotto che garantisce metano all’Italia è il Tap, che dall’Azerbaigian attraversa il Sud Europa e giunge a Melendugno in Puglia. Nel primo trimestre di quest’anno ha garantito 2,5 miliardi di metri cubi, in crescita del 6,3%.
GNL IN CRESCITA. Prima della recente entrata in funzione del rigassificatore di Piombino, l’Italia aveva tre impianti capaci di trasformare allo stato gassoso il gas liquefatto e immetterlo in rete. Il principale, in funzione da oltre un decennio, è l’Adriatic Lng al largo delle coste rodigine in Veneto, controllato principalmente da ExxonMobile e Qatar Terminal: le sue forniture da inizio anno fino al 31 marzo hanno segnato un rialzo del 13,3% garantendo 2,2 miliardi di metri cubi. Gli altri due rigassificatori si trovano nell’area tirrenica settentrionale. In Liguria l’impianto di Panigaglia ha visto una crescita del 555,4% di operazione, che gli hanno permesso di sfornare 0,9 miliardi di metri cubi. L’Olt (Offshore LNG terminal) di Livorno ha visto una più contenuta attività (+7,2%) che ha permesso al nostro Paese di utilizzare 1 miliardo di metri cubi.
MENO EXPORT. Il calo della domanda di gas ovviamente non è solo italiana, ma europea. Tant’è che le esportazioni di metano, nei primi tre mesi del 2023, sono calate del 31% a 626 milioni di metri cubi.
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