La sostenibilità di H&M non convince: tonfo nel quarto trimestre 2022

Non sono bastate le azioni e la campagne per ridurre l’impatto ambientale e attirare, così, una generazione di giovani attenti all’ambiente e al clima. H&M, colosso svedese della fast fashion e secondo al mondo dopo Zara, ha chiuso in rosso il quarto trimestre del 2022, alla fine di un anno complicato, appesantito dalla decisione di chiudere tutti i punti in vendita in Russia e da una combinazione di altri fattori sfavorevoli. Tra questi, l’aumento del prezzo delle materie prime e del dollaro alto che, insieme all’impennata dei prezzi dell’energia, si sono tradotti in costi di acquisto più elevati. Dopo l’annuncio dei conti in discesa, le azioni del gruppo hanno registrato un calo quasi del 7% alla Borsa di Stoccolma.

La nostra decisione di cessare l’attività in Russia, che era un mercato importante e redditizio, ha avuto un effetto negativo significativo sui nostri risultati”, ha sottolineato l’amministratrice delegata Helena Helmersson. “Piuttosto che scaricare l’intero costo aggiuntivo sui nostri clienti, abbiamo scelto di rafforzare ulteriormente la nostra posizione” nel tentativo di guadagnare quote di mercato. Insomma, i prezzi al pubblico di abbigliamento e accessori non sono aumentati, ma sono cresciuti i costi di produzione e dell’intera filiera.

L’ultimo trimestre del 2022 è stato caratterizzato da una perdita netta di 864 milioni di corone (77 milioni di euro). Un dato inaspettato per gli analisti, che scommettevano su profitti nettamente positivi superiori a 2 miliardi, secondo le stime di Bloomberg e Factset. Nell’intero anno finanziario, il fatturato del gruppo è aumentato del 12%, a 223,5 miliardi di corone, ma solo del 6% escludendo gli effetti valutari. Allo stesso tempo, l’utile netto annuo è sceso del 68% a poco meno di 3,6 miliardi di corone.

H&M, che vede buone prospettive per il 2023, spiega che l’accumulo di fattori sfavorevoli ha avuto un effetto negativo di 5 miliardi in totale sui suoi profitti. Dalla chiusura dell’esercizio, a fine novembre, “le vendite sono partite bene. I fattori esterni sono ancora difficili ma stanno andando nella direzione giusta“, secondo lad. Il numero dei negozi del gruppo si è ridotto a 4.465 a fine novembre, ovvero 336 in meno rispetto al 2021, con quasi la metà dell’impatto legato a il ritiro da Russia e Bielorussia (175 negozi chiusi).

Da anni H&M lotta per dare vita a un nuovo modello, più attento alla sostenibilità e all’ambiente, ma i profitti sono diminuiti costantemente negli ultimi 10 anni, a parte un rimbalzo nel 2021 al termine delle restrizioni legate alla pandemia. Ieri il gruppo ha annunciato di aver firmato un nuovo accordo con i sindacati con l’obiettivo di proteggere ulteriormente la salute e la sicurezza dei lavoratori dell’abbigliamento in Pakistan, dove viene prodotta buona parte dei prodotti venduti in Occidente.

Valentina Innocente

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