Sono 120 (il 46% della flotta mondiale) le navi Clia – l’associazione internazionale del settore crocieristico – che possiedono un sistema di elettrificazione a terra, che consente di spegnere i motori durante l’ormeggio. Ma, meno del 2% dei porti del mondo ha predisposto l’elettrificazione delle banchine. E’ quanto emerge dal rapporto Global Cruise Industry Environmental Technologies and Practices del 2023, in cui si fa il punto sulla transizione ecologica del comparto e da cui emerge un cambio di marcia in ambito ambientale. L’associazione prevede che nel 2028, cioè tra cinque anni, saranno più di 210 le navi a essere equipaggiate con questi sistemi o configurate per ricevere energia da terra in futuro (tre quarti delle imbarcazioni esistenti). Le compagnie aderenti a Clia si sono impegnate affinché entro il 2035 tutte le loro navi siano dotate di sistemi per sfruttare l’elettrificazione delle banchine.
Attualmente, però, solo 32 porti nel mondo (erano 29 nel 2022) hanno almeno una banchina che può fornire elettricità da terra: si tratta di meno del 2% degli scali marittimi di tutto il pianeta. Secondo il programma Fit-for-55 dell’Ue, entro il 2030 i principali porti europei dovranno essere dotati di energia elettrica a terra, il che velocizzerà ulteriormente gli investimenti nelle infrastrutture portuali.
E in Italia? Entro l’anno si prevede che sarà presentata la riforma dei porti, infrastrutture fondamentali per il nostro Paese, da cui passa il 39% dell’import-export per un valore di 377 miliardi, oltre che il mercato crocieristico. Circa 400 milioni dovrebbero servire per il potenziamento dell’elettrificazione delle banchine portuali, così da ridurre le emissioni delle navi nella fase di stazionamento in porto (cold ironing).
Secondo il portafoglio ordini 2023 di Cila, i 62 miliardi di dollari investiti dalle compagnie crocieristiche dal 2019 ad oggi consentiranno la costruzione di 44 nuove navi nei prossimi 5 anni, di cui più della metà, cioè 25, alimentate a Gnl e 7 abilitate all’uso del metanolo. In pratica, il 73% delle nuove navi avrà alimentazione pulita. Il rapporto di Clia elenca anche le diverse altre soluzioni che gli armatori stanno sviluppando per arrivare a una reale transizione ecologica: motori multi-carburante, celle a combustibile, tecnologie per l’energia eolica (comprese le vele solide), fotovoltaico, batterie di accumulo per il risparmio energetico, oltre a 32 progetti pilota sui combustibili alternativi.
Inoltre, emerge come sistemi di monitoraggio dell’efficienza energetica siano attualmente in uso su 171 navi, pari al 60% della flotta globale. “Le compagnie continuano a investire per ammodernare la flotta, renderla sostenibile e per proteggere gli oceani, l’aria e le destinazioni – dice Kelly Craighead, presidente e ad di Clia – e i dati mostrano che, in ambito ambientale, un cambiamento radicale è già in corso. Le navi del futuro sono già in cantiere e noi stiamo già sviluppando nuove tecnologie, programmi pilota e sperimentazioni a dimostrazione di come il settore sia all’avanguardia della sostenibilità e dello sviluppo tecnologico”.
Globalmente, gli investimenti necessari per arrivare alla totale decarbonizzazione dei trasporti marittimi richiederanno enormi sforzi perché ammontano a circa 3 trilioni di dollari. Secondo il decimo rapporto annuale ‘Italian Maritime Economy’ a cura di Srm (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), a luglio 2023 le navi in cantiere con carburante Gnl rappresentano il 39% del portafoglio ordini; quelle a metanolo il 5,4%, a Lpg il 2,1% e quelle ad altri carburanti alternativi (idrogeno, etano, biofuel, batterie), il 2,8%. Inoltre il 7,7% dell’orderbook riguarda navi ammonia ready (pronte cioè ad utilizzare l’ammoniaca non appena la tecnologia lo consentirà).
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