Quanto inquina lo shopping online? È la domanda alla quale cerca di rispondere la ricerca ‘Sostenibilità: aggiungi al carrello. E-commerce nel settore fashion in Italia: buone prassi di sostenibilità nel contesto omnicanale’ presentata da Quantis, società che fornisce consulenza ambientale. Fra i risultati è emerso che il più importante impatto ambientale è dato dal packaging, con il 75% delle emissioni di gas serra. E Quantis ha stilato una lista di consigli per contenere le emissioni.
Lo studio si concentra sulle emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto e-commerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente con origine e destino in Italia.
Nello scenario di base, l’hotspot ambientale principale è rappresentato dal packaging di consegna, che determina il 75% delle emissioni di gas serra e rappresenta pertanto l’area su cui porre maggiore attenzione in termini di azioni e investimenti. La logistica di spedizione e consegna contribuisce al 15% delle emissioni di gas serra, considerando una spedizione via strada entro un raggio medio di circa 480 km dal consumatore. Lo shopping online, ovvero la ricerca del prodotto su siti web e-commerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera invece il 7% delle emissioni di gas serra. Assumendo un tasso di reso medio del 14%, la fase di reverse logistics contribuisce al 3% delle emissioni di gas serra. Nel caso di player e-commerce puri, per i quali il tasso di reso potrebbe arrivare al 50%, l’impatto di questa categoria sale a circa il 9% delle emissioni di gas serra per ordine di acquisto.
Dalla ricerca quantitativa emerge un ranking, posto in forma di decalogo, delle scelte che possono impattare sul miglioramento delle performance ambientali dell’e-commerce. Ciascuna di queste fa riferimento ad uno dei 4 ambiti menzionati: shopping on-line, spedizione e consegna, packaging, reverse logistics.
Le buone prassi, delineate da Quantis sono:
Un’undicesima raccomandazione, cruciale, è quella di evitare spedizioni e-commerce transfrontaliere per via aerea: data l’intensità di emissioni di questa tipologia di trasporto, la consegna diventerebbe l’hotspot principale (73% delle emissioni per ordine di acquisto) per 1.000 km aggiuntivi percorsi in aeroplano. Per questo motivo, è sempre consigliabile posizionare lo stock in modo da poter servire i principali mercati e-commerce e garantire tempi congrui di ricezione al cliente, senza dover ricorrere necessariamente alla spedizione aerea.
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