Stellantis corre nel primo semestre 2023 con ricavi netti pari a 98,4 miliardi di euro (+12%) e un utile netto di 10,9 miliardi di euro, in crescita del 37% rispetto al primo semestre 2022. Una “eccezionale performance con risultati record”, la descrive il ceo del Gruppo, Carlos Tavares, ponendo l’accento su come i dati supportano “la nostra sostenibilità a lungo termine e la nostra capacità di realizzare gli ambiziosi obiettivi del piano Dare Forward 2030”. Confermata per il 2023 la guidance. Un risultato che dimostra come il piano in atto stia portando risultati e come sia possibile “gestire la transizione senza metterci a rischio“.
E proprio sulla transizione Stellantis ha deciso di puntare forte. Nel primo semestre, infatti, crescono le vendite sia di auto elettriche (Bev) con un +24% a 169mila unità sia di quelle a basse emissioni (Lev) con un +28% a 315mila unità. Il Gruppo si posiziona al terzo posto nel mercato Eu30 per vendite totali di Bev e al secondo posto nel mercato statunitense per vendite di Lev. Nessun problema sulla fornitura di materie prime per le batterie, che secondo Tavares è “sotto controllo”: “Crediamo di esserci assicurati le forniture fino al 2027 e siamo sulla buona strada per assicurarle fino al 2030“. Anche sull’ambizioso impegno di raggiungere net zero al 2038 si procede spediti: l’impronta di carbonio globale nel 2022 ha segnato una riduzione di intensità del 3,8% nell’intero ambito degli obiettivi 1-2-3 per ogni veicolo venduto rispetto al 2021. Nel campo dell’elettrico, Stellantis non teme neppure la concorrenza di Tesla. “Siamo fortunati perché siamo più redditizi di Tesla”, dice l’amministratore delegato conversando con i giornalisti. E sorride: “La Tesla sta entrando nel nostro mondo. La loro redditività è scesa dal 17% al 10,5%. Le nostre vendite Lev e Bev crescono, ma dobbiamo fare di più. Ora che Tesla è nel mio mondo sarà una sfida eccitante“.
La competizione più impegnativa, però, è quella con la Cina. Complice, secondo il ceo di Stellantis, la direzione presa dall’Europa. “All’Unione Europea parlo da sei anni, non vogliono ascoltare. Oggi il dogmatismo si scontra con la realtà. L’offensiva cinese è qui, con i suoi costi competitivi”, ma noi “siamo pronti per la battaglia”, dice combattivo l’ad. “Non sarà facile, però è eccitante e siamo in una buona posizione per vincere la battaglia”. Nient’altro da dire, quindi, a Bruxelles: “E’ meglio mettere le energie nel combattimento, piuttosto di cercare di fare lobby con gente che non vuole ascoltare”. Una stoccata all’Ue, che arriva fino al regolamento sull’Euro7 colpevole, secondo il ceo, di rischiare di affossare alcune auto indissolubilmente intrecciate con la vita degli italiani. “Alcuni regolamenti vanno in direzione opposta rispetto a quello che vorrebbero i cittadini italiani. In Italia c’è un’auto importante come la Fiat Panda, fa parte del lifestyle italiano, della Dolce vita, è orientata alla famiglia. Se continuiamo a supportare regole molto costose per un beneficio marginale in termini ambientali, allora uccidiamo la Panda. E questo non è interesse dell’Italia, attacca il modo di vivere italiano. L’Italia, infatti, non supporta l’Euro7: è la cosa giusta da fare”, spiega. Un supporto, però, Tavares lo chiede anche ai Governi, soprattutto per quanto riguarda gli incentivi all’acquisto di auto elettriche. “Abbiamo osservato che in molti Paesi europei, come in Italia e in Germania, appena vengono ritirati i sussidi, gli ordini collassano”. D’altronde, chiude, “se si vuole proteggere la produzione nazionale, non si può essere autofobici”.
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