L’ok del G7 ai biocarburanti è una porta aperta per Bruxelles

Il G7 Clima ha dato via libera ai biocarburanti, ovvero ha sposato una delle battaglie portate avanti dall’esecutivo di Giorgia Meloni per fare in modo che la transizione (ecologica) verso le auto elettriche sia davvero una transizione e non una rivoluzione. Meno che mai un agguato industriale. Per la cronaca fanno parte del G7: Stati Uniti, Canada, Giappone, Italia, Francia, Germania, Regno Unito. Ora: quasi il 50% dell’organizzazione intergovernativa delle sette maggiori potenze economiche del pianeta appartiene all’Unione europea, eppure ciò che ha stabilito il G7 in poche ore continua a essere al centro di una non-discussione nelle ovattate stanze dei palazzi di Bruxelles.

La domanda che nasce spontanea è semplice e diretta: perché? Perché non se ne può almeno discutere senza andare incontro a un secco, netto, incontrovertibile no? Perché mancano dialogo e ascolto? Perché è tutto sempre così complicato quando si sbarca a Bruxelles? Nessuno può dubitare dell’indispensabilità e dell’importanza di organismi istituzionali che tengano unita l’Europa, ma qualcosa va rivisto. Non ci sono dubbi.

Tornando ai problemi dell’automotive, e più in generale dei trasporti, la Germania ha ottenuto con una trattativa privata di poter percorrere la scorciatoia degli e-fuel. Che hanno il vantaggio costare ‘pochissimo’: oltre 200 euro a pieno. Però non inquinano. I biocarburanti, invece, un po’ di anidride carbonica la disperdono nell’aria e basta questo per stoppare qualsiasi riflessione, nonostante il G7 abbia motivato la scelta sostenendo che “i biocarburanti offrono molte opportunità per la decarbonizzazione del settore auto”.

Non si tratta di stabilire chi ha vinto (l’Europa) o chi ha perso (il Governo italiano) in questo scannarsi sul green, bensì di salvaguardare gli interessi di una filiera indispensabile per l’economia senza violentare le coordinate di ‘pulizia dell’aria’ e di ‘controllo’ della temperatura stabilite fin dall’Accordo di Parigi del 2015. La speranza è che qualcosa si muova nella direzione del buonsenso, confortati dalle parole di Kadri Simson. La commissaria ha definito i biocarburanti “necessari” e ha garantito che si tratta di un argomento non archiviato.
Altra domanda, sempre spontanea: qualcuno avrà la voglia di prestare attenzione e di riflettere?

Vittorio Oreggia

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