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A Piombino è scontro sul rigassificatore. Cingolani: “È questione di sicurezza energetica”

Roberto Cingolani e Claudio Descalzi parlano a una voce sola: il rigassificatore di Piombino è questione di sicurezza energetica nazionale.

Il ministro uscente della Transizione ecologica lo rivendica come una “eredità” per il suo successore: “Abbiamo il gnl, abbiamo la nave rigassificatrice, se non saremo in grado di usarla sarebbe un suicidio“, afferma. E cerca di tranquillizzare la città, alla quale, ancora una volta, lo Stato chiede di piegarsi all’interesse nazionale: “Sono stato chiaro, la nave resterà lì 3 anni, poi la sposteremo in un sito non invasivo“. Si sposterà offshore, “non a Piombino, assicurano fonti del Comune.

Il Gnl c’è, ma senza quella nave, ripete l’ad dell’Eni, “il bilancio non torna” e “la sicurezza energetica non è un obiettivo secondario“, sostiene. Lamenta una carenza di 5-6 miliardi di metri cubi, se la domanda nazionale resta attorno a 75 miliardi di metri cubi. Con le nuove forniture di gas liquido serviranno rigassificatori per “portarci a 7 miliardi“. Piombino, Ravenna, ma aggiunge: “Possiamo portare qualcosa a Panigaglia che ora riceve solo navi piccole ma gli altri rigassificatori fino a 2026 sono occupati“.

Ottenuto l’ok, a Piombino “siamo pronti a operare tra 20 giorni“, assicura Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.

A decidere sull’impianto sarà il commissario Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, sentito il parere della conferenza dei servizi. Dopo essersi riunita il 19 settembre per presentare il piano di Snam e il 7 ottobre per le controdeduzioni, la conferenza si riunirà ancora il 21 ottobre per l’autorizzazione al progetto. Ma i comitati sono già sul piede di guerra. “Chiediamo che la conferenza dei servizi si aggiorni, in modo da consentire un esame serio e approfondito della documentazione e degli atti, affinché la decisione sia assunta dal nuovo Governo nell’esercizio pieno dei propri poteri e responsabilità“, scrivono in una lettera indirizzata a Giani e al sindaco Francesco Ferrari. Nel “deprecabile caso” in cui venisse firmata una autorizzazione, l’invito al Comune di Piombino e ai Comuni limitrofi è a “difendere fino in fondo i cittadini e il territorio mediante ricorso amministrativo“.

Giani indica il 27 ottobre come data entro la quale si potrà arrivare a sottoscrivere l’autorizzazione. “Per l’Italia vorrebbe dire cinque miliardi di metri cubi di gas, con cui attenuare la dipendenza dalla Russia”, si giustifica.

In realtà, sottolineano i comitati, il governatore “non è assolutamente tenuto a concludere entro il 27 ottobre, in quanto i 120 giorni sono un termine sollecitatorio e non perentorio“: “I pareri dei vari Enti, insieme alle risposte della Snam, ai quesiti posti e alla istruttoria dell’ufficio commissariale – spiegano -, avrebbero dovuto o dovrebbero costituire elementi tra loro intrecciati per comprendere la fattibilità o meno del progetto, in uno scambio di competenze e di responsabilità“.

Nadia Bisson

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