Per affrontare la crisi energetica, nell’ultimo anno Adiconsum ha presentato al governo e ai partiti una serie di proposte per “dare respiro a famiglie e imprese“. A livello europeo, si chiede di porre un tetto al prezzo del gas limitando le speculazioni alla borsa di Amsterdam e di svincolare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas.
A livello, italiano, invece, le proposte sono più articolate. Adiconsum chiede di calcolare il prezzo dell’energia sulla base di una media ponderata riferita a tutte le fonti di produzione e non solo al gas, di sterilizzare oneri, accise e Iva “sugli aumenti indiscriminati di gas, energia elettrica e carburanti“. E, ancora, di accelerare gli iter autorizzativi per l’installazione di impianti di energia rinnovabile ed emettere i decreti attuativi per la costituzione delle Comunità energetiche, predisporre un piano emergenziale per la costruzione di infrastrutture energetiche e di promuovere una campagna istituzionale di informazione/comunicazione sull’uso razionale dell’energia, tesa all’efficienza e al risparmio energetico (che è in via di definizione grazie alla collaborazione tra Enea e presidenza del Consiglio). Infine, si chiede di utilizzare parte degli extra-profitti delle imprese per l’installazione di impianti di energia rinnovabile, a partire dai cittadini-consumatori in povertà energetica, con ciò creando sviluppo e opportunità occupazionali anche delle stesse aziende energetiche.
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