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Con l’avvicinarsi dell’inverno è boom di ricerche on line del pellet

Un termometro dell’intenzione degli italiani di risparmiare sull’energia in vista dell’inverno può essere la ricerca del termine ‘pellet’ sui motori di ricerca on line. Google ad esempio, attraverso il suo servizio Google Trends, registra l’andamento delle ricerche effettuate su internet nell’ultimo anno. Dopo un primo boom (in una scala che va da 0 a 100) nei primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina (72 nella settimana dal 6 al 12 marzo), le ricerche si sono stabilizzate in primavera per risalire ancora 72 nella settimana dal 10 al 16 luglio, fino a toccare gli 85 punti tra fine agosto e primi di settembre e viene stimata a 100 a fine settembre.

Tra le regioni più interessate al combustibile per le stufe c’è la Sardegna, notoriamente sprovvista di una rete a gas e costretta a far ricorso sempre alle bombole. Segue una delle regioni più fredde, la Val d’Aosta, passando per il Molise e la Calabria.

Tra gli argomenti associati c’è la combinazione di parole ‘prezzo pellet 2022’, ricerca definita in ‘impennata’ dallo stesso Google. In questo caso l’andamento è stato costante da febbraio ad oggi, partendo da 21 punti fino ai 100 di fine agosto. I più interessati ai prezzi sono i piemontesi, seguiti da umbri, sardi e veneti.

C’è chi controlla quotidianamente l’andamento dei prezzi (lo certifica la ricerca ‘prezzo pellet oggi’) o chi associa la ricerca del materiale a una determinata azienda distributrice. Altri, forse più esperti, cercano la chiave ‘pellet canadese’. Secondo gli studi infatti, in questa parte del mondo il pellet viene realizzato usando esclusivamente legno di abete (80% rosso, 20% bianco) della zona orientale del Canada. In questo caso la qualità non riguarda solo le caratteristiche del combustibile (potere calorifico, residui di cenere, tasso di umidità), ma le modalità di produzione stesse. Gli alberi da cui viene ricavata la legna, infatti, vengono selezionati secondo rigidi piani di deforestazione e ogni componente chimico viene bandito perché potenzialmente nocivo per l’uomo e per l’ambiente.

Un’altra ricerca è legata a ‘prezzo pellet in Francia’. Come riferisce anche ‘Progetto fuoco’, la più importante fiera del settore, quello francese è in grande crescita nella classifica di gradimento degli utilizzatori di pellet. In questo caso i produttori spesso sono segherie che nel pellet hanno colto un’occasione di ampliamento di business. Lo producono impiegando i residui delle lavorazioni del legno naturale, senza alcun additivo o legante. E il 70% dell’intera produzione deriva da questo tipo di lavorazione.

Giulia Proietto Billorello

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