Dall’Algeria all’Egitto, sono in fase di partenza i progetti per esportare in Europa, soprattutto in Italia, idrogeno verde. In particolare Algeri punta a produrre 1,2 milioni di tonnellate all’anno a partire dal 2024. Una iniziativa che non solo si basa su piani dettagliati, ma coinvolge anche la creazione di quadri legali, normativi e di progetti pilota significativi, come quello da 50 megawatt in fase di realizzazione da parte della compagnia petrolifera Sonatrach, spiega Yassaa Noureddine, commissario per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica in Algeria, ha delineato i principali obiettivi del governo durante la Cairo Sustainable Energy Week (CSEW).
Un elemento centrale di questa strategia è il Corridoio Sud dell’Idrogeno, un progetto che punta a trasportare l’idrogeno rinnovabile dall’Algeria verso la Germania, passando per Tunisia, Italia e Austria. In questo contesto, l’Algeria ha avviato importanti collaborazioni con l’Italia, una relazione storica che si è evoluta nel tempo, ora estendendosi dal gas naturale all’energia solare e all’idrogeno verde, evidenzia ancora Noureddine. Sonatrach, per esempio, sta lavorando a stretto contatto con partner italiani per realizzare progetti innovativi nel settore dell’energia solare, e ha già completato un progetto da 10 MW in Algeria, mostrando la volontà di espandere l’uso dell’idrogeno verde come vettore energetico. Parallelamente, il Segretario di Stato per la Transizione Energetica della Tunisia, Ouael Chouchene, ha sottolineato l’importanza della trasformazione della Tunisia da un importatore netto di energia a un esportatore netto. Transizione che implica non solo lo sviluppo del mercato delle esportazioni, ma anche l’adozione di un nuovo codice dell’energia rinnovabile, che armonizzerà la legislazione esistente e introdurrà meccanismi per l’esportazione di elettricità e idrogeno verde. Andando a est, Osama Fawzy Georgy Henein, fondatore e Ceo della piattaforma H2lligence, spiega che “due mesi fa si è tenuta una conferenza di due giorni tra Europa ed Egitto che ha elevato la loro partnership strategica al massimo livello, sia in ambito economico che sociale, con un focus sull’Idrogeno verde e sulle energie rinnovabili. Il governo egiziano sta dedicando tutti i progetti di Idrogeno verde esclusivamente all’esportazione. Non si menziona nulla sulla localizzazione dell’Idrogeno verde per le industrie difficili da decarbonizzare in Egitto. Più di 15 milioni di tonnellate di ammoniaca verde, che contiene Idrogeno verde, saranno esportate verso i nostri principali mercati nell’Unione Europea”.
Il Medio Oriente, con la sua posizione geografica favorevole e le abbondanti risorse rinnovabili, si sta preparando a diventare un hub per l’idrogeno verde, evidenzia inoltre Heba Rabie, direttrice per l’area Medio Oriente e Nord Africa del Global Wind Energy Council, sottolineando che ci sono diversi potenziali hub per l’idrogeno verde nella regione, tra cui Marocco, Egitto, Oman e Arabia Saudita, con l’aspettativa di un “futuro boom dell’idrogeno verde nella regione”, grazie all’integrazione di capacità solare ed eolica. Anche il colosso cinese Longi sta scommettendo sull’Africa, evidenziando il potenziale del continente per la produzione solare e le opportunità che ne derivano per le industrie ad alta intensità energetica. Guo Koben, general manager per Africa e Medio Oriente di Longi, ha sottolineato che l’Egitto, grazie alla sua posizione strategica, potrebbe diventare un importante centro di esportazione di idrogeno verso Europa e Asia, con la stessa Longi protagonista considerano che il gruppo asiatico è il più grande produttore mondiale di elettrolizzatori d’acqua, una tecnologia cruciale per la produzione di idrogeno verde.
In tutto ciò l‘Italia è quasi pronta a diventare grande importatore di idrogeno verde, visto che la domanda è in rapida crescita. Alberto Giaconia di Enea ha messo in evidenza che le 54 HV italiane potrebbero arrivare a produrre complessivamente circa 7.000 ton di idrogeno verde. Questo scenario rende necessario l’importo di idrogeno da altri paesi, poiché l’Italia non è autosufficiente. Secondo il PNIEC al 2030 in Italia serviranno circa 250.000 ton di H2 verde e Giaconia ha sottolineato che il trasporto dell’idrogeno come combustibile sarà molto più semplice rispetto al trasferimento di energia come potenza, il che sottolinea ulteriormente l’importanza delle fonti rinnovabili nella regione. Per Giaconia, responsabile del Laboratorio idrogeno e nuovi Vettori Energetici di Enea, tra i 10 paesi al mondo con maggiore potenziale di esportazione di rinnovabili (solare) 5 stanno in Nord Africa vicino l’Italia: Libia, Algeria, Marocco, Tunisia ed Egitto. “È interessante notare che il 73% di questo gasdotto esiste già. È solo una ristrutturazione. È utilizzato per il gas naturale, ma può essere facilmente convertito per consegnare idrogeno. La sua capacità poi consente di consegnare circa 5 milioni di tonnellate all’anno. E 5 milioni di tonnellate all’anno è il numero giusto, è l’ordine di grandezza giusto della capacità di cui abbiamo bisogno”, conclude il ricercatore di Enea.
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