L’Italia continua la caccia alle forniture di gas per limitare l’importazione del metano dalla Russia. Il conflitto non sembra dare segnali di soluzione e in previsione di un ulteriore inasprimento delle sanzioni il governo accelera sulle alternative. A preoccupare sempre di più è il costo economico della guerra e le ricadute sulla ripresa post pandemia ormai certificata anche dall’ultimo Documento di economia e finanza. “Se non togliamo a Putin le risorse finanziarie per continuare a fare la guerra, non si siederà mai al tavolo” delle trattative, ha detto il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio. Concetto ribadito davanti alla possibilità di un ulteriore pacchetto di restrizioni dell’Ue: “L’Italia non porrà mai veti a nessun tipo di sanzione in Russia”. Tuttavia nel consesso europeo il fronte è meno compatto rispetto al qualche settimana fa: scarse le possibilità di embargo per il gas mentre si sta discutendo per il petrolio che arriva da Mosca. Resta aperta anche la proposta del tetto al prezzo del metano su cui l’Italia continua la sua battaglia in previsione del Consiglio europeo di maggio. “Abbiamo bisogno che l’Ue dica basta alle speculazioni”, ha spiegato Di Maio, con riferimento agli stoccaggi del gas che arriva da Algeria e Azerbaijan, su cui “dobbiamo avere un prezzo più basso”. Grazie agli accordi sottoscritti nella missione algerina la fornitura dal gasdotto TransMed Enrico Mattei, dovrebbe crescere di 9 miliardi metri cubi in tre anni e una parte consistente sarà disponibile già dal prossimo inverno.
In attesa delle altre missioni della diplomazia energetica in Angola e Mozambico, prosegue la diversificazione delle fonti e Eni ha firmato un accordo quadro con l’Egyptian Natural Gas Holding (Egas) che consentirà di massimizzare la produzione e le esportazioni di gas liquefatto verso l’Italia. L’intesa, siglata dal presidente della società egiziana Magdy Galal e Guido Brusco direttore generale di Natural Resources di Eni, prevede di valorizzare le riserve di gas egiziane – si legge in una nota – aumentando le attività gestite congiuntamente e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Dopo aver riavviato lo scorso anno gli impianti di liquefazione di Damietta nel delta del Nilo, l’accordo firmato oggi consentirà di fornire carichi di Gnl fino a 3 miliardi di metri cubi nel 2022 per il portafoglio Eni di gas naturale liquefatto diretto in Europa e in Italia. Oltre che sulla costa nord dell’Egitto, l’Eni svilupperà le campagne esplorative nelle aree di nuova acquisizione nel Mediterraneo orientale e del deserto occidentale.
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