Niente elettricità, niente internet, ascensori fermi, bancomat fuori uso, stazioni e aeroporti bloccati. Lunedì scorso Spagna e Portogallo sono stati colpiti da un blackout improvviso e imprevedibile. “Io credo che dopo questa esperienza stiamo forse iniziando a capire un po’ meglio quanto possa essere importante nel mix energetico una percentuale di generazione programmabile – dice Marco Ricotti, professore al Politecnico di Milano – Ovviamente decarbonizzata”. E, perché no, nucleare.
Ricotti è referente scientifico della piattaforma (joint research partnership) che da oggi farà dialogare l’industria del settore dell’energia nucleare e il mondo della ricerca: il nuovo JRP Nucleare della Fondazione Politecnico è stato presentato questa mattina a Milano. Una collaborazione che già nei soci fondatori punta a mettere insieme l’intera filiera: Per dirla con le parole di Marco Ricotti: “Tutti gli stakeholder di un sistema complicato come il nucleare”. Ci sono utilities: Edison e Enel group. Ma anche esperti del settore energetico come Eni. E poi Ansaldo Nucleare, a rappresentare la supply chain. Un gruppo che nelle intenzioni dei promotori si allargherà ulteriormente e che vede l’Associazione italiana nucleare come ente promotore.
L’obiettivo? Capire necessità, esigenze e opportunità dal mondo industriale, e lavorare così sulle priorità che emergeranno durante il percorso. “È un nuovo passo” continua Ricotti, “che segue l’esperienza lanciata dall’Italia con la piattaforma nazionale del ministero dell’Ambiente per il nucleare sostenibile”. Presentata dal ministro Gilberto Pichetto Fratin nel 2023, il gruppo di studio aveva lavorato quasi un anno per sviluppare una roadmap verso il 2050, finalizzata alla possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia. Attraverso le nuove tecnologie nucleari oggi in corso di sviluppo, come gli Small Modular Reactor (SMR), i microreattori e gli Advanced Modular Reactor (AMR) di IV generazione.
Continuando su questo solco, le tematiche affrontate dal JRP di Fondazione Politecnico saranno legate a esigenze di decarbonizzazione, sicurezza dell’approvvigionamento e disponibilità a costi competitivi, soluzioni innovative di filiera e nuovi modelli di business, fino a strumenti di finanziamento sostenibili e analisi di impatto. “Molte delle aziende che parteciperanno al tavolo sono già impegnate in contratti di fornitura sul nucleare in Europa. Vorremmo valorizzare questa loro esperienza per prepararci a un possibile futuro sul nucleare italiano. E allo stesso tempo capire a livello industriale come supportare questo ecosistema” continua. “Nel nostro caso l’energia nucleare è una filiera al 90% europea, che ci può mettere al riparo anche da dipendenze geopolitiche”.
L’appuntamento per i primi risultati è fra un anno: all’annual meeting previsto a inizio 2026 saranno discussi e presentati i temi strategici individuati. La piattaforma sul nucleare si aggiunge alle tre già lanciate dall’ateneo milanese – gli altri JPR sono legati ai temi dell’idrogeno, degli ospedali del futuro e sulla mobilità sostenibile. In questo senso, il nucleare è di casa a Milano: il Politecnico è da poco stato designato come centro di collaborazione dell’agenzia internazionale energia atomica AIEA. E vanta la più antica cattedra di ingegneria nucleare in Italia, era il 1957. Ogni anno si iscrivono più di 150 matricole, con numeri triplicati rispetto ai dati storici.
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