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Energia, slitta a data da destinarsi il piano Ue per le pompe di calore

Slitta a data da destinarsi il piano d’azione dell’Ue per le pompe di calore.Sono in corso i lavori preparatori e si è svolto un intenso coinvolgimento delle parti interessate per tutto il 2023”, conferma a GEA un portavoce della Commissione europea, precisando però che in “questa fase non possiamo fornire una data precisa per la presentazione del piano d’azione”. Con una legislatura agli sgoccioli è sempre più probabile dunque che il piano slitti direttamente nelle mani della prossima Commissione europea.

Ad aprile 2023 l’esecutivo a guida Ursula von der Leyen ha aperto una consultazione pubblica per annunciare l’intenzione di presentare entro la fine dell’anno il piano per accelerare l’introduzione di pompe di calore a livello europeo. A novembre, la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, aveva poi lasciato intendere che il piano non sarebbe arrivato prima del 2024 e soprattutto prima di un accordo tra i co-legislatori sulla nuova direttiva case green. L’accordo sulla nuova direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è stato raggiunto lo scorso 7 dicembre, ma nonostante questo Bruxelles non sembra avere fretta. Il portavoce ha precisato ancora che la “Commissione resta pienamente impegnata nella diffusione di soluzioni efficienti dal punto di vista energetico e rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento e nella decarbonizzazione del riscaldamento, anche affrontando gli ostacoli incontrati dalle pompe di calore”. A detta della Commissione europea il quadro energetico aggiornato dell’Ue, in particolare le revisioni della direttiva sulle energie rinnovabili e della direttiva sull’efficienza energetica, e l’accordo provvisorio sulla direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, “forniscono segnali politici forti per soluzioni di riscaldamento pulite, compresi il teleriscaldamento e il teleraffrescamento efficiente e intraprendere la strada alla graduale eliminazione delle caldaie alimentate da combustibili fossili”.

Secondo le indicazioni finora fornite dalla Commissione europea, saranno in tutto quattro i pilastri del piano che assumerà la forma di una comunicazione: dare vita a una partnership tra la Commissione, i Paesi dell’Ue e il settore industriale (compresa la ricerca e innovazione) che potrebbe tradursi in una piattaforma, un acceleratore o, ancora, un partenariato dedicato alle pompe di calore; un’alleanza dedicata alle competenze nel settore; un nuovo quadro normativo per dare un “segnale politico forte” al mercato; e poi accessibilità dei finanziamenti, per individuare le possibilità di finanziamento per la diffusione delle pompe di calore individuali e per le reti di riscaldamento alimentate da grandi pompe di calore nell’ambito di strategie di riscaldamento e raffrescamento a livello locale e regionale. Il piano per la diffusione su larga scala delle pompe di calore è pensato anche nell’ottica di eliminare gradualmente le caldaie entro il 2029, come previsto dalle nuove norme sull’ecodesign (progettazione ecocompatibile). L’obiettivo del piano d’azione sarà quello di accelerare i progressi nella decarbonizzazione del sistema energetico, creare le condizioni per il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffrescamento rinnovabili negli edifici, nell’industria e nelle reti; ma anche sostenere la competitività dell’industria dell’energia pulita dell’Ue.

Bruxelles stima che circa il 50% di tutta l’energia consumata oggi nell’Ue sia usata per il riscaldamento e il raffrescamento, e oltre il 70% del riscaldamento e del raffrescamento si basi ancora sui combustibili fossili, soprattutto sul gas naturale. Nel settore residenziale circa l’80% del consumo finale di energia è usato per riscaldare gli ambienti e l’acqua. Ma presto sarà impossibile migliorare ancora l’efficienza energetica degli apparecchi di riscaldamento dell’ambiente e degli scaldacqua a combustione e dunque per ridurre ulteriormente l’energia impiegata per riscaldare gli ambienti e l’acqua sarà necessario ricorrere a tecnologie nuove e più efficienti, come le pompe di calore, che sono anche tecnologie energetiche rinnovabili. Attraverso il piano ‘REPowerEU’ – varato a maggio 2022 per affrancare l’Ue dalla dipendenza dai combustibili fossili russi – l’esecutivo comunitario ha promosso una più rapida diffusione delle pompe di calore individuali negli edifici e delle pompe di calore su vasta scala nelle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento. Questo si traduce nell’obiettivo di installare almeno 10 milioni di nuove pompe di calore entro il 2027. Inoltre, con l’eliminazione graduale delle caldaie individuali entro il 2029 nell’ambito delle nuove regole sulla progettazione ecocompatibile, si prevede che entro il 2030 saranno installate almeno 30 milioni di pompe di calore in più rispetto al 2020, la maggior parte delle quali idroniche (comprese quelle ibride), ovvero quelle che sfruttano il meccanismo aria-acqua e dunque l’energia naturale che è contenuta nell’aria.

Valentina Innocente

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