Era il 2 novembre quando la banca d’affari americana Goldman Sachs aveva previsto che i prezzi del gas naturale in Europa sarebbero scesi “di circa il 30% nei prossimi mesi”. Quel giorno il Ttf olandese quotava 132,8 euro/Mwh, oggi è sceso fino a quota 90 per poi risalire a 93-94, comunque segnando l’ennesimo calo di oltre il 4%.
Quasi due mesi fa – come riportava Gea – Goldman Sachs aveva infatti ipotizzato una discesa del Ttf a 85 euro nel primo trimestre del 2023. Ci siamo vicini. Secondo la banca d’affari statunitense il raffreddamento dei prezzi derivava da diversi fattori: “Lo stoccaggio del gas in Europa è sostanzialmente pieno per questa stagione invernale; le temperature di questo autunno sono state più miti del previsto ritardando così l’inizio di un periodo di intenso utilizzo; e c’è un eccesso di offerta di gas naturale liquefatto (Gnl)”.
In vista dell’estate, quando bisognerà comunque riempire le scorte, Goldman Sachs il 16 novembre ha rivisto al ribasso i target price basandosi più o meno sulle stesse considerazioni che l’avevano portata a ipotizzare un prezzo a 85 euro/Mwh per inizio 2023: “La combinazione di clima mite, risparmi da parte dei consumatori e minori importazioni di Gnl da parte della Cina (lasciando più offerta all’Europa) hanno contribuito a creare un buffer di stoccaggio che ha permesso all’Europa nordoccidentale di essere molto più protetta dagli eventi della stagione fredda. Questo consente, in vista dell’estate 2023, di bilanciarsi a livelli di domanda più elevati rispetto a quelli precedentemente previsti. Nello specifico, la domanda di gas europea nordoccidentale può essere mediamente di circa 22 milioni di metri cubi al giorno superiore alle nostre precedenti aspettative per l’estate senza compromettere l’obiettivo di riempire al 90% gli stoccaggi a fine ottobre 2023″, continuava nella sua analisi la banca d’affari americana. Dunque “ipotizzando una sensibilità alla domanda che vale 2,4 euro per milione di metro cubo”, Goldman Sachs rivedeva la previsione del prezzo Ttf per l’estate 2023 a 180 euro/MWh, 55 euro in meno rispetto alle precedenti stime di 250 euro per megawattora.
E 180 euro è proprio il valore sopra il quale scatterebbe il famoso price cap, deciso dai ministri dell’Energia della Ue a maggioranza. Probabilmente quindi non dovrebbe entrare in funzione, considerando il boom di rilasci autorizzativi per impianti rinnovabili in tutto il Vecchio Continente, che ridurranno il consumo di gas per produzione di energia elettrica, e la ripresa del nucleare francese, alle prese con lunghe manutenzioni che riguardano metà delle centrali transalpine.
Per uscire dal tunnel serviranno comunque anni, dato che un prezzo a 180 euro per megawattora rappresenta pur sempre il 900% in più rispetto alla media del prezzo industriale del gas fino al 2020. E la media del prezzo in Italia del gas, che secondo i dati forniti dal Gme è oggi sceso a 95,148 euro/Mwh sulla scia del crollo del Ttf olandese, rimane ancora alta. Il prezzo medio di dicembre, che sarà utilizzato da Arera per deliberare ai primi di gennaio la bolletta di questo mese, è superiore del 42% a quello di novembre: 129,7 euro/Mwh di dicembre contro i 91 euro per megawattora di novembre.
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