“Siamo in un momento cruciale per il settore energetico, in cui le crescenti incertezze e la volatilità dei prezzi richiedono sistemi resilienti in grado di resistere agli shock geopolitici e allo stesso tempo consentire la transizione verso il Net Zero in modo sostenibile per tutti. Investiremo 12,4 miliardi di euro per un’infrastruttura paneuropea in grado di gestire molecole tradizionali e decarbonizzate come gas naturale, biometano, idrogeno e CO2, garantendo sicurezza e sostenibilità e soddisfacendo al contempo l’evoluzione della domanda energetica”. Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, ha presentato così il nuovo piano strategico 2025-2029, che fa leva appunto su quattro direttrici.
Ovviamente il gas naturale la farà da padrone: 10,9 miliardi di investimenti per lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture. In particolare, 8 miliardi sono destinati a progetti legati al trasporto, tra cui il completamento della Linea Adriatica, la sostituzione di circa 850 chilometri di condotte con standard hydrogen-ready, tre stazioni di compressione dual-fuel e progetti di collegamento degli impianti di biometano. Altri 2 miliardi serviranno per l’ampliamento e il potenziamento dei siti di stoccaggio, l’installazione di tre stazioni di compressione dual-fuel e gli investimenti relativi agli asset di Edison Stoccaggio. E circa 0,9 miliardi sono destinati a tutto quello che ruota intorno al rigassificatore di Ravenna e alla costruzione di infrastrutture a Panigaglia e Pignataro.
Grande attenzione poi sulla Ccs, ovvero la cattura e lo stoccaggio del carbonio, che a detta dell’amministratore delegato si sta affermando come una delle tecnologie più efficaci per decarbonizzare i settori industriali ad alta intensità energetica e ad elevate emissioni di carbonio. Circa 500 milioni di euro saranno investiti nell’arco del Piano per sviluppare il trasporto di CO2 a livello nazionale e l’infrastruttura di stoccaggio a Ravenna, in partnership con Eni. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare il più grande hub offshore multimodale open access di CO2 nell’area del Mediterraneo, con una capacità stimata a vita intera fino a 500 milioni di tonnellate. Le attività di iniezione sono iniziate lo scorso agosto. Nei prossimi anni, la Fase 2 espanderà la capacità su scala industriale entro il 2028-2032 per raggiungere fino a 4 tonnellate di CO2 all’anno, allineandosi al Piano Nazionale Energia e Clima italiano (PNIEC).
“L’Italia è in una posizione forte per quanto riguarda le molecole verdi e decarbonizzate”, ha spiegato Venier parlando con gli analisti. Per questo sono previsti investimenti per 380 milioni nel segmento italiano del SoutH2 Corridor, un immenso tubo dedicato al trasporto di idrogeno. L’iniziativa è stata inserita nei Progetti di Interesse Comune (PCI) dell’Unione Europea e nella Global Gateways List. Il segmento italiano del SoutH2 Corridor si estenderà per 2.300 chilometri e l’inizio delle operazioni è previsto dopo il 2030. Un progetto di respiro europeo, tanto che ha ottenuto il supporto di istituzioni e aziende lungo l’intera catena del valore, coinvolge altri tre operatori di rete europei: le austriache TAG e GCA e la tedesca bayernets, facendo leva sulla collaborazione con SeaCorridor per l’interconnessione con il Nord Africa.
Non da ultimo, “il biometano sta vivendo un grande slancio grazie al supporto delle politiche nazionali, che facilitano la conversione degli impianti esistenti di biogas in impianti di produzione di biometano e incentivano nuovi progetti”, ha evidenziato il Ceo di Snam. “Il numero degli impianti di biometano operativi sta aumentando rapidamente, con circa 130 impianti nella prima metà del 2024, ovvero il 40% in più rispetto alla fine del 2023. Inoltre – ha aggiunto – abbiamo visto un significativo aumento dei contratti di connessione, aumentati di dieci volte nel 2024 rispetto alla media dell’anno scorso, garantendo il primo passo verso i 2 miliardi di metri cubi all’anno”. Attraverso anche la controllata Bioenerys, l’investimento sarà dedicato alla riconversione degli impianti e all’espansione della capacità a 78 MW entro il 2027, sfruttando il quadro di incentivi esistente. L’obiettivo finale è la vendita di questa attività entro la fine del 2027, in accordo con Arera.
“Se guardiamo al 2050 la transizione graduale dal gas naturale alle molecole alternative come l’idrogeno o la CO2 aumenterà i volumi complessivi che dovranno essere trasportati attraverso la rete, a causa del contenuto energetico che l’idrogeno ha in sé”, ha spiegato infine Venier. “Prevediamo un futuro in cui diverse molecole coesisteranno all’interno della nostra infrastruttura globale e dei nostri asset dedicati, alcune verdi e alcune decarbonizzate, nel loro utilizzo finale. L’aumento dei volumi di gas diversi rafforzerà le nostre opportunità di investimento a lungo termine e guiderà le decisioni strategiche che prendiamo oggi”.
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