L’energia elettrica è cara. Sabato il Pun, prezzo unico nazionale italiano, è 446,85 euro/MWh secondo quanto comunicato dal Gestore del Mercato elettrico. Il minimo orario è intorno alle prime ore del pomeriggio a 369 euro/MWh, mentre il massimo orario è alle 21-22 a 552 euro per megawattora. Meno di metà della nostra energia elettrica è generata dal gas, infatti il prezzo del metano è una delle componenti principali per determinare il valore del Pun in Italia. E giovedì, nella piazza di Amsterdam, il futures sul gas era sopra i 200 euro/MWh, dieci volte più di un anno fa.
In Europa la luce costa meno. Molto meno. Circa 397 euro/MWh in Francia e Svizzera, mentre il valore è più alto in Austria a quota 412. Prezzi più bassi in Germania: 377 euro/Mwh.
Ora il timore è che dalla Russia arrivi ancora meno gas, che il Gnl dall’America o dall’Asia non sia sufficiente per le esigenze europee, che l’energia nucleare non riesca a soddisfare la domanda. Preoccupazioni che, come noi, hanno anche gli operatori sui mercati finanziari. Cosa dicono allora i futures sull’energia elettrica per l’autunno-inverno nei principali Paesi europei? Ce li fornisce la borsa europea dell’energia (EEX), con sede a Lipsia in Germania, la principale borsa in Europa, la numero uno nel commercio di energia e merci secche alla rinfusa in tutto il mondo.
Partiamo dall’Italia. Il prezzo baseload, ovvero in riferimento alla domanda minima di energia, previsto per i prossimi mesi è sostanzialmente stabile, si fa per dire. Si va dai 524 euro/MWh per settembre fino ai 564 di Natale, per poi scendere a febbraio 2023 a quota 531 euro. Con questi prezzi all’ingrosso, come segnalava Arera una settimana fa, le nostre bollette sono destinate a raddoppiare.
Un andamento simile al nostro si prevede, in base ai futures, in Germania, benché fino a ottobre l’energia elettrica dovrebbe costare meno di 500 euro/MWh. Tutt’altra musica in Spagna, con valori massimi a 180 euro/MWh a gennaio 2023, ma nella penisola iberica c’è un prezzo massimo fissato dal governo, per cui non fa testo.
Quello che invece colpisce è la previsione dei prezzi elettrici in Francia. La progressione dell’EEX French Power Futures è impressionante: 572 euro/MWh a novembre, 1.119 a novembre, 1.144 a dicembre, 1.142 a gennaio 2023 e 1.124 euro/MWh il prossimo febbraio. Ok che le centrali nucleari transalpine sono per lo più spente in fase di manutenzione, però l’esplosione dei prezzi all’ingrosso è spaventosa, considerando che in qualche maniera sarà trasferita ai clienti finali. Com’è possibile che l’energia elettrica a Parigi possa volare oltre mille euro per megawattora? La risposta sta nelle abitudini degli stessi francesi. Infatti circa 8,2 milioni di case sono riscaldate con l’elettricità, una sue tre. E secondo la Commissione Generale Francese per lo Sviluppo Sostenibile l’85% delle famiglie che sfrutta l’energia elettrica per il riscaldamento usa i radiatori, per natura poco efficienti. Inoltre l’utilizzo della corrente per riscaldamento è destinato a salire perché i regolamenti degli edifici escludono l’utilizzo del gas nelle nuove case dal 2021 e nei nuovi condomini dal 2024. Ecco spiegato perché gli investitori ‘scommettono’ su una luce alle stelle in Francia.
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