L’Europa di oggi deve fare i conti “non con una sfida sola, ma con più sfide”. Tra tutte, quella avvertita in questo momento come più urgente, cioè quella energetica. Prezzi impazziti sempre più esorbitanti, e il rischio di un taglio completo delle forniture da Mosca che nessuno, nell’Unione di oggi, si sente di escludere. La necessità di trovare una risposta non deve indurre però alla tentazione si rompere le righe, e dalla presidente del Parlamento europeo arriva l’invito a serrare i ranghi. “Il progetto che chiamiamo Unione europea è stato creato per rispondere ai problemi che i nostri popoli dovevano affrontare“, scandisce rivolgendosi alla platea delle Estoril Conferences. In Portogallo Roberta Metsola decide di ripercorrere il processo storico di integrazione per ricordare “la forza” che conferisce e che possiede l’Ue.
Oggi come allora il paradigma non cambia. Anzi, “se mai c’è stato un momento per ‘più Europa’, è qui ed ora“, con la questione energetica che morde ogni giorno di più. “Vi sono decisioni che possiamo prendere adesso, che non possono aspettare”. Metsola nello specifico è convinta che “possiamo agire insieme per limitare l’impatto, che si tratti di porre un tetto alle bollette, adeguare i nostri sistemi di fissazione dei prezzi o disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica dal gas”. Offre anche un paracadute ai governi degli Stati membri. “Vi sono cose – dice – che possiamo fare ora, anche temporaneamente, per compensare la pressione immediata mentre attuiamo strategie a lungo termine”.
La vera questione è legata alla volontà politica, del fare o non fare. Lo slancio europeista della presidente dell’Eurocamera è una risposta alle manovre dell’Ungheria, che ha ormai scelto la via dell’unilateralismo. Giorni fa Budapest ha annunciato di aver siglato nuovi accordi con Gazprom per forniture di gas, una scelta che sconfessa l’accordo raggiunto a fine luglio per una riduzione dei consumi del 15% della risorsa venduta dal colosso energetico controllato dal Cremlino. E poco prima che Metsola prendesse la parola alle Estoril Conferences, il portavoce di governo ungherese ha rimesso in discussione pubblicamente le scelte sin qui operate dall’Unione europea. “Mentre le politiche imperfette di Bruxelles porteranno a una carenza di energia in tutta l’UE, ci sarà abbastanza energia in Ungheria”, l’Orban-pensiero affidato al suo collaboratore Zoltan Kovacs. La replica che giunge dal Portogallo suona come da messa alla porta. “L’Europa è una scelta”, scandisce Metsola a stretto giro. “Una scelta che i paesi hanno fatto perché hanno capito che la nostra opportunità migliore è se siamo insieme”. L’Ungheria scelga da che parte stare, dunque. Per la presidente del Parlamento europeo non v’è dubbio che la parte giusta della storia contemporanea degli europei non è quella preferita da Budapest. “Che si tratti di affrontare l’aumento del costo della vita, i prezzi dell’energia elettrica, il cambiamento climatico, la difesa, la sicurezza alimentare, l’unica via per andare avanti è restare uniti”.
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