Embargo immediato e totale sulle importazioni dalla Russia di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas. L’Europarlamento riunito a Strasburgo si spinge dove gli Stati membri ancora non si erano spinti, e chiede in una risoluzione non legislativa – approvata con 513 voti a favore, 22 contrari e 19 astenuti – lo stop a tutte le importazioni energetiche dalla Russia, mentre a Bruxelles sono in corso le trattative tra gli Stati membri per dare il via libera definitivo al quinto pacchetto di sanzioni contro Mosca che include anche un embargo sul carbone per 4 miliardi di euro di entrate l’anno.
Una decisione sul quinto pacchetto di sanzioni doveva essere presa dai governi mercoledì nella riunione del Coreper, sede dei rappresentanti permanenti, poi slittata a giovedì. Il tavolo era stato convocato per le 10, ed è stato poi sospeso e riconvocato per le 18 di questo pomeriggio. Secondo fonti UE c’è un accordo di principio sull’intero pacchetto, ma il ritardo nell’approvazione è dovuto ai dettagli tecnici, da quando far partire l’embargo sul carbone (con possibilità che sia attivo solo a partire dall’estate) a come gestire i contratti di forniture già in essere con la Russia. Bruxelles importa circa il 45% del carbone da Mosca. Fonti spiegano ancora che un accordo è probabile già nella giornata di oggi.
L’Europarlamento ha inserito nella risoluzione un emendamento specifico per chiedere che l’embargo includa anche petrolio, gas e nucleare nei futuri pacchetti di sanzioni, che certamente arriveranno, come assicurato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. L’emendamento in questione è passato con 413 voti favorevoli, 93 contrari e 46 astenuti. Un sostegno netto, che per conto dell’Italia non è arrivato solo dall’eurodeputato Carlo Calenda – che a Strasburgo siede tra i banchi dei liberali di Renew Europe -, mente l’eurodeputata Francesca Donato (Non Iscritti) fuoriuscita dalla Lega e non appartenente a partiti politici italiani, si è astenuta. Calenda si è poi espresso a favore dell’intero testo non legislativo.
Per i deputati la guerra in Ucraina giustifica nuove e più dure sanzioni contro Mosca, a cui affiancare un’azione per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’UE nel breve termine, con tappe da seguire per revocare le sanzioni “nel caso in cui la Russia adotti provvedimenti intesi a ripristinare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, a porre quindi fine alla guerra. Tra le altre cose chiedono che anche tutte le banche russe siano escluse dal sistema di pagamento internazionale SWIFT: in uno dei quattro pacchetti di misure restrittive finora varate da Bruxelles è inserita questa misura, da cui per ora sono esentate sette banche, tra cui Gazprombank, la banca controllata dalla compagnia energetica russa Gazprom. Nel testo si fa esplicito appello a Commissione e Consiglio ad abbandonare completamente i due gasdotti gemelli Nordstream 1 e 2, che insieme hanno il potenziale di trasportare in Germania dalla Russia 110 miliardi di metri cubi l’anno di gas a capacità massima, consolidando una forte dipendenza energetica dell’UE da Mosca. Da quando l’invasione dell’Ucraina è iniziata lo scorso 24 febbraio in Ue si discute di sanzionare tutte le importazioni energetiche da Mosca, ma finora la decisione ha incontrato moltre resistenze da parte degli Stati membri, chi più chi meno molto dipendenti dall’energia di Mosca.
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