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Snam lancia piano da 26 miliardi al 2032 per azzerare emissioni entro 2050

Un programma di investimenti da 26 miliardi di euro per il periodo 2023-2032 per la decarbonizzazione del sistema energetico e il miglioramento della biodiversità. Una road map di azioni “concrete” da mettere in campo in due step: una prima tranche da 11,5 miliardi, da qui al 2027, per garantire l’affidabilità e la resilienza delle infrastrutture gas, riducendo al contempo l’impronta di carbonio; una seconda tranche, da circa 14,5 miliardi dal 2028 al 2032, che supporterà l’evoluzione del sistema, coprendo anche la riconversione degli asset per far sì che accolgano flussi via via crescenti di idrogeno e altre molecole decarbonizzate. Sono questi i due assi principali del Transition Plan di Snam, approvato dal cda del gruppo e i cui contenuti sono stati illustrati dalla presidente Monica de Virgiliis e dall’ad Stefano Venier.

Il Piano, che sarà costantemente aggiornato per riflettere l’evoluzione del sistema energetico, delinea le azioni e le risorse che l’azienda metterà in atto per muoversi verso un sistema economico a basse emissioni di carbonio al 2050, con obiettivi principali che includono il Net Positive Impact sulla natura entro il 2027, il 52% degli investimenti allineati alla tassonomia UE entro il 2032 e la neutralità carbonica entro il 2040. “Il primo Transition Plan di Snam fornisce un set completo di iniziative, metriche e Kpi per supportare una transizione credibile verso il net zero al 2050”, ha spiegato il numero uno di Snam, Stefano Venier. “Nel complesso percorso verso il net zero – ha aggiunto – questo è il momento giusto per agire attraverso una roadmap di sostenibilità a tutto tondo con un percorso solido e attendibile verso le emissioni net zero e un impatto positivo sulla natura. Una quota crescente di finanza sostenibile ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione”.

Il piano di Snam, tra le prime aziende a realizzare una strategia di questo tipo, conferma la resilienza del modello di business multi-molecola del gruppo, basato principalmente sull’uso e l’esposizione al rischio fisico degli asset lungo l’intero percorso fino al 2050 e oltre: solo l’1% dei gasdotti presenta un rischio di sottoutilizzo fino al 2040 e meno del 10% nel 2050. Senza contare che la posizione dell’Italia come snodo dei flussi energetici verso l’Europa contribuirà a supportare il ruolo e la visione di Snam sempre più proiettata a diventare un operatore paneuropeo multi-molecola nel lungo periodo.

Il piano conferma poi i target sulla riduzione delle emissioni: carbon neutrality al 2040 su quelle dirette (scese del 10% fra 2022 e 2023) e net zero al 2050 su tutte le emissioni, fornitori inclusi. Rispetto al 2015, inoltre, nel 2023 Snam ha ridotto del 57,5% le sue emissioni di metano e, forte del Gold Standard riconosciuto da Unep per questo impegno, guarda già ai prossimi obiettivi: -64,5% entro il 2027, -70% entro il 2030 e -72% entro il 2032. Come detto, l’investimento ingente di 26 miliardi è destinato alla decarbonizzazione del sistema energetico, facendo leva sul ruolo chiave nello sviluppo delle attività di transizione: biometano, idrogeno, cattura e stoccaggio del carbonio ed efficienza energetica.

Sul fronte della biodiversità, invece, Snam si è data il duplice obiettivo di azzerare il proprio impatto sulla natura già da quest’anno e di renderlo positivo, migliorando dunque gli ecosistemi attraversati, dal 2027. In sostanza, il gruppo si impegna al completo ripristino della vegetazione e del paesaggio ex ante combinati con policy definite sulla gestione del territorio, dell’acqua e dei rifiuti.

La finanza sostenibile, infine, supporterà la più ampia strategia di Snam e gli sforzi di transizione, passando dal 40% del totale dei finanziamenti impegnati nel 2020 a circa l’80% nel 2023. La quota di finanza sostenibile aumenterà ulteriormente all’85% entro il 2027.

Valentina Innocente

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