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Auto a zero emissioni, bici e treni: la strategia Ue per la mobilità sostenibile

Dalla scure sulle emissioni delle auto a treni più veloci, dal piano per l’espansione delle infrastrutture ciclabili all’installazione di milioni di punti di ricarica pubblici. Nel corso degli ultimi due anni è diventata sempre più stratificata e ambiziosa la strategia dell’Unione europea per accelerare la mobilità sostenibile, a partire da una serie di proposte che si stanno concretizzando e che diventeranno una realtà sul medio e lungo termine.

Tutto ha avuto inizio il 9 dicembre 2020, con la presentazione da parte del gabinetto guidato da Ursula von der Leyen della ‘Strategia per la mobilità sostenibile e intelligente’. Una serie di obiettivi da concretizzare entro la fine della legislatura nel 2024 per trasformare il sistema di trasporto dei 27 Paesi membri e allinearlo all’ambizione ‘neutralità climatica al 2050’ del Green Deal europeo. Dal momento in cui i trasporti sono responsabili complessivamente di almeno un quarto delle emissioni di gas a effetto serra registrate nell’Ue, la strategia scandisce tre tappe temporali. Entro il 2030 dovranno viaggiare sulle strade europee 30 milioni di automobili a emissioni zero (con 3 milioni di punti di ricarica pubblici installati) e la mobilità su ferro ad alta velocità dovrà essere raddoppiata rispetto ai livelli attuali. Entro il 2035 dovrà essere pronto il mercato degli aeromobili di grandi dimensioni a zero emissioni. Ed entro il 2050 tutte le automobili, i furgoni, gli autobus e i veicoli pesanti nuovi dovranno essere a zero emissioni.

È, però, nel 2021 che la strategia ha assunto contorni ben precisi. Il 14 luglio la Commissione ha adottato il pacchetto Fit for 55, con una serie di proposte che si inseriscono nel solco dell’implementazione della mobilità. La più significativa è la revisione del regolamento che stabilisce gli standard di prestazione in materia di emissioni di CO₂ per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri nuovi: con l’intesa raggiunta tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue è stato sancito lo stop ai motori a combustione interna – quindi benzina e diesel – entro il 2035 su tutto il territorio comunitario. Esattamente cinque mesi più tardi sono arrivate anche le proposte per modernizzare il sistema europeo del trasporto, spostando quanto più possibile passeggeri e merci su rotaia: il traffico ferroviario ad alta velocità dovrà essere raddoppiato entro il 2030, prima di portare a compimento nel 2050 la rete transeuropea di trasporto multimodale (Ten-T). Allo stesso tempo sarà sostenuta l’introduzione di punti di ricarica per carburanti alternativi come l’idrogeno e gli Stati membri dovranno sviluppare piani nazionali nazionali per assistere le città nello sviluppo dei loro piani di mobilità sostenibile, con particolare attenzione al problema della congestione del traffico urbano.

In questo contesto va ricordata una strategia che non è ancora stata presentata dalla Commissione Ue, ma che la titolare per l’Energia, Kadri Simson, ha recentemente anticipato essere al vaglio dell’esecutivo comunitario. Quella sull’incentivazione dell’uso della bicicletta per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili nel settore dei trasporti, “fino a un risparmio pari a cinque milioni di tonnellate di petrolio”. Una traccia di questa volontà si ritrova nella proposta di nuove regole per gli investimenti nella rete di trasporto transeuropea, in cui è stato incluso l’obbligo per ogni città con più di 100 mila abitanti di un piano entro il 2025 per rendere la mobilità urbana pulita, sostenibile e senza emissioni. Usare la bicicletta è però anche una questione di infrastrutture ed è per questo che i Paesi membri devono raddoppiare i chilometri di piste ciclabili, portandoli a 5 mila entro il 2030. Per quanto riguarda le bici elettriche si pone anche il problema della ricarica: non è un caso se nella revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia sono previsti punti di ricarica per bici elettriche e spazi dedicati alla necessità di parcheggiare un maggior numero di mezzi a due ruote nei nuovi edifici.

Chiara Troiano

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