La pesca a strascico nell’Adriatico per mettere un freno all’avanzata del granchio blu è fuori discussione. Ci sono circostanze eccezionali che possono prevedere deroghe ai divieto di pratiche considerate dannose per ambienti ed eco-sistemi marini, ma non è questo il caso. A chiudere le porte è Virginius Sinkevicius, il commissario per l’Ambiente e il Mare che ricorda le regole Ue. Un via libera della Commissione “può basarsi solo su vincoli geografici e non ai fini dell’eradicazione di una qualsiasi specie invasiva”.
Una risposta che non farà piacere all’Italia e ai suoi rappresentanti, primi fra tutti gli europarlamentari del Pd Elisabetta Gualmini e Pietro Bartolo. Sono loro ad aver chiesto l’impiego di “attrezzi attivi trainati” entro la distanza di tre miglia nautiche dalla costa perché, spiegano nella loro interrogazione, “pare essere l’unica via per contrastare la diffusione del granchio blu” che tanto sta mettendo in difficoltà una parte dell’economia tricolore.
L’intera area di Goro e Comacchio, dove si concentra oltre il 40% della produzione di vongole europea e, più in generale, le coste di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia risultano “zone particolarmente colpite” dalla diffusione e proliferazione di questo particolare tipo di granchio, specie non autoctona ma che, arrivata con il flusso delle navi, si sta adattando con le ricadute del caso per flora e fauna del Mediterraneo, e, nel caso specifico, dell’Adriatico. La specie alloctona originaria dell’oceano Atlantico occidentale “sta rapidamente distruggendo l’ecosistema marino del Mar Adriatico, con conseguenze nefaste sull’economia ittica e la filiera alimentare e turistica”, la preoccupazione dei due europarlamentari europei. Che però da Sinkevicius e dalla Commissione non ottengono quanto auspicato.
C’è attenzione, assicura il commissario per il Mare. “La Commissione segue da vicino gli sviluppi della diffusione del granchio blu nel Mediterraneo e nel mare Adriatico”. Ma essere invasi da specie aliene non è motivo valido né per questo sufficiente per pesca a strascico. Quindi bisogna attendere. E’ stato elaborato un programma di ricerca della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) per “comprendere quali siano le soluzioni migliori atte a gestire e mitigare gli impatti di questa specie nel Mediterraneo”, ricorda Sinkevicius. Analisi e studi. “I risultati di tale programma di ricerca creeranno i presupposti per avviare una gestione armonizzata del fenomeno”.
Il commissario responsabile non offre tuttavia alcun riferimento temporale. Non è chiaro quanto ancora bisognerà attendere per le valutazioni del caso e le relative decisioni. Certamente il Comitato per le specie esotiche invasive, l’organismo tecnico di supporto ai lavori della Commissione, si esprimerà sui rischi da granchio blu nel 2024. Nel caso in cui il crostaceo fosse incluso nel prossimo elenco aggiornato del comitato, sarà soggetto a una serie di restrizioni. Nel caso in cui il granchio reale blu fosse incluso nel prossimo elenco aggiornato del comitato, tale crostaceo sarà soggetto a una serie di restrizioni. Nel frattempo il granchio blu continua nella sua avanzata.
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