Chief Pilot Padraic Doherty prepares to launch one the Kitepower Kites at their launch site at Bangor Erris, Ireland on July 18 2025. On Ireland's blustery western seaboard researchers are gleefully flying giant kites -- not for fun but in the hope of generating renewable electricity and sparking a "revolution" in wind energy. The kite flies up around 400 metres (1,300 feet) and reels in to about 190 metres (620 feet), generating around 30 kilowatts per hour, the electricity is stored in batteries with the kite able to fully charge a 336 kilowatt per hour battery under the system's present configuration. (Photo by Paul Faith / AFP)
Sulla ventosa costa occidentale dell’Irlanda, alcuni ricercatori fanno volare enormi aquiloni, ma non per divertimento, bensì per produrre elettricità rinnovabile. “Utilizziamo un aquilone per catturare il vento e un generatore alla sua base cattura l’energia”, spiega all’Afp Padraic Doherty, dell’azienda olandese Kitepower, promotrice del progetto.
Un modello di 60 metri quadrati è appena uscito da un hangar nel sito di prova di Bangor Erris, una piccola città nella contea di Mayo, inaugurato nel settembre 2023. Un team trasporta il dispositivo fino al generatore, prima di collegarlo con un cavo. L’aquilone, dotato di un sistema di corde e carrucole, si libra in aria e funziona come uno “yo-yo o un mulinello da pesca”, spiega Padraic Doherty. Può raggiungere un’altitudine di 400 metri, prima di ridiscendere a 190. Un movimento ripetuto che genera circa 30 kilowatt all’ora.
L’energia prodotta viene immagazzinata in batterie simili a quelle utilizzate per i pannelli fotovoltaici. Secondo i suoi progettisti, un solo aquilone sarebbe sufficiente per ricaricare una batteria da 336 kilowattora. “Si tratta di una quantità di energia significativa, sufficiente per alimentare un avamposto isolato, una piccola isola, una stazione polare o persino un cantiere edile”, afferma Andrei Luca, responsabile delle operazioni presso Kitepower.
Le coste tempestose dell’Irlanda, il cui governo sta cercando di ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas, sono un terreno di gioco ideale per testare questa nuova tecnologia, denominata “energia eolica aerea”.
“Stiamo assistendo a una rivoluzione nell’energia eolica”, assicura Andrei Luca, mentre il suo team controlla la traiettoria dell’aquilone con un software di pilotaggio. Secondo Padraic Doherty, uno dei principali vantaggi del sistema è la sua rapida messa in funzione: “Possiamo installarlo in 24 ore e portarlo ovunque”. Inoltre, a differenza delle “turbine eoliche tradizionali”, non richiede “fondazioni costose in termini di denaro, tempo ed energia”, aggiunge.
Il suo socio Andrei Luca riassume: l’aquilone è “molto meno invasivo dal punto di vista paesaggistico, produce energia pulita e non dipende da una catena di approvvigionamento di combustibile per funzionare”.
Una dimostrazione della sua efficacia si è avuta a gennaio, durante la tempesta Eowyn, che ha causato importanti interruzioni di corrente in tutto il Paese: l’aquilone “ha fornito elettricità ininterrotta prima, durante e dopo la tempesta”, afferma Luca.
L’energia eolica è da tempo considerata un settore promettente in Irlanda. Tuttavia, la diffusione su larga scala delle turbine, sia terrestri che marine, è ostacolata da ritardi amministrativi e dai limiti di capacità della rete elettrica. Il governo punta a raggiungere 20 gigawatt di eolico offshore entro il 2040 e almeno 37 entro il 2050. Nel 2024, secondo Wind Energy Ireland (WEI), la principale lobby del settore, i parchi eolici hanno fornito circa un terzo dell’elettricità del Paese.
Per Mahdi Salari, ricercatore presso l’University College di Cork, nel sud del Paese, la capacità degli aquiloni di catturare i venti in quota con poche infrastrutture “li rende particolarmente adatti ad ambienti isolati, in mare o ad usi mobili”. Riconosce tuttavia che Kitepower dovrà affrontare sfide in materia di “normativa, sicurezza e affidabilità del sistema”. Ma secondo lui, questa tecnologia potrebbe affermarsi laddove “la disponibilità di terreni, i costi o i vincoli logistici frenano lo sviluppo delle turbine eoliche tradizionali”.
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