Louis Vuitton diventa un caso politico a Parigi: ecologisti contro una pubblicità iconica

Un gigantesco telone pubblicitario su un negozio di Vuitton di prossima apertura sugli Champs-Elysées, a Parigi, sta creando frizioni tra il municipio socialista e i suoi alleati verdi, che si oppongono a queste esposizioni sugli edifici in costruzione. Il telone installato ricorda i lati di un baule Louis Vuitton, prodotto di punta del marchio. L’iniziativa di LVMH, che è solita esporre pubblicità XXL, ha irritato i consiglieri ecologisti di Parigi, turbolenti alleati della sindaca socialista Anne Hidalgo.

Sebbene la legge autorizzi la copertura di teloni con pubblicità per finanziare i lavori sulla facciata di un edificio tutelato, gli ecologisti ne fanno una questione di misure: secondo la norma la pubblicità non deve coprire più della metà dei teloni e, in questo caso i vincoli sono stati ampiamente superati. “Il telone non è considerato una pubblicità perché l’edificio appartiene a LVMH. Si tratta di una copertura temporanea che rientra nel diritto di segnaletica”, spiega il municipio. “Il Comune di Parigi chiederà al proprietario di pagare una tassa di 1,7 milioni di euro per il telone per tutta la durata della sua installazione, prevista fino al 2027. Allo stesso tempo, poiché l’edificio è un monumento storico classificato, l’ABF (Architectes des Bâtiments de France, ndr) ha dato la sua approvazione”.

Ma questo edificio non è l’unico ad essere stato colpito: da diversi anni, molti palazzi parigini tutelati sono regolarmente nascosti dietro enormi teloni pubblicitari durante i lavori. E’ il caso, ad esempio, di una parte del Palais du Louvre, che ospita il Musée des Arts Décoratifs. Nel 2022, il famoso obelisco di Place de la Concorde è stato ricoperto dalla pubblicità di un gruppo che ha contribuito al suo restauro. Anche l’Opéra Garnier, la chiesa della Madeleine con le sue maestose colonne greche e le facciate di Place des Vosges, tra gli altri siti famosi di Parigi, sono stati coperti.

“A un certo punto, la gente deve poter godere della bellezza della propria città senza essere assalita da inviti a consumare sempre di più”, ribatte Emile Meunier, autore dell’interrogazione comunale, che ammette di essere contrario “al principio della pubblicità in assoluto”.

“Come ecologista, sono contrario alla pubblicità, in particolare nello spazio pubblico; la vedo come un’aggressione e una spinta al consumo eccessivo”, dice.
Jeanne d’Hauteserre, sindaco LR (di destra) dell’8° arrondissement, dove si trovano gli Champs-Elysées, ammette che, appena insediata nel 2014, ha fatto ricorso ai cartelloni pubblicitari sulle chiese in ristrutturazione, per tagliare i costi e accelerare i lavori. Lei stessa, ex pubblicitaria, prende di mira chi si oppone all’idea in nome della tutela del patrimonio, sottolineando il pericolo che possono rappresentare gli edifici fatiscenti: “Il giorno in cui gli cadrà in testa qualcosa, saranno felici!”.

Elena Fois

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