A Kashmiri Shiite Muslim man prays while holding a mobile phone displaying a portrait of Iran's Supreme Leader, Ayatollah Ali Khamenei, in Srinagar, Jammu and Kashmir, on June 17, 2025. Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, in an interview with ABC News, says that killing Iran's Supreme Leader Ayatollah Ali Khamenei would end the conflict between the two countries. He also defends Israel's ongoing military actions against Iran, adding they aim to end the conflict rather than escalate it. His remarks come after reports that US President Donald Trump previously vetoed an Israeli plan to target Iran's Supreme Leader, fearing it could worsen the conflict. Israel continues its strikes across Iran since June 13, targeting nuclear and energy facilities, and a state television building in Tehran. In response, Iran launches waves of retaliatory missiles and drones toward Israel. (Photo by Firdous Nazir/NurPhoto) (Photo by Firdous Nazir / NurPhoto via AFP)
A ‘pace’ fatta, dopo otto giorni di silenzio, Ali Khamenei ha mandato un video messaggio alla tv di Stato per placare le speculazioni sulla sua sorte e per rivendicare la “grande vittoria contro il nemico sionista”. Ancora dal suo bunker, l’ayatollah si congratula “con la nazione iraniana” e spiega come gli Stati Uniti siano entrati in guerra “perché ritenevano che, se non lo avessero fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto”. Per cui, anche in questo caso, l”a Repubblica Islamica è uscita vittoriosa e, in cambio, ha sferrato un duro schiaffo in faccia agli Usa”. E ha promesso un nuovo lancio di missili qualora Washington decidesse di attaccare ancora.
E mentre, secondo la Guida Suprema, l’America “non è riuscita a ottenere alcun risultato significativo” attaccando gli impianti nucleari iraniani, il presidente Donald Trump e il suo staff si affannano a ribadire che i siti sono stati completamente distrutti, attaccando la stampa americana, in particolare la Cnn e il New York Times per la loro copertura dei bombardamenti. In due post pubblicati su Truth, Trump ha accusato i media di aver diffuso notizie false e ha invocato il licenziamento immediato dei giornalisti coinvolti. “Gira voce che il fallimentare New York Times e la Fake News Cnn stiano per licenziare i giornalisti che hanno inventato le storia false sui siti nucleari iraniani, perché hanno sbagliato tutto. Vediamo cosa succede?” ha scritto in un primo post, per poi rincarare la dose: “I giornalisti delle fake news di Cnn e New York Times dovrebbero essere licenziati immediatamente! Persone cattive con intenzione spregevoli!!!”.
Mentre si accende lo scontro sul reale impatto dell’attacco ai siti nucleari, in un contesto di dubbi sul risultato della operazione militare, gli esperti hanno sollevato la possibilità che l’Iran si sia preparato all’attacco rimuovendo i suoi circa 400 chilogrammi di uranio arricchito al 60%, un livello vicino alla soglia del 90% necessaria per costruire una bomba atomica. Secondo il Financial Times, che cita due fonti vicine al dossier, le valutazioni preliminari di intelligence fornite ai governi europei, cjhe da giorni chiedono un report sui raid contro i siti nucleari di Fordow, a sud di Teheran, Natanz e Isfahan, indicano che le riserve di uranio altamente arricchito dell’Iran rimangono sostanzialmente intatte dopo gli attacchi statunitensi. Trump ha risposto che “nulla è stato evacuato”. “Ci vorrebbe troppo tempo, sarebbe troppo pericoloso e sarebbe molto pesante e difficile da spostare!”, ha scritto in un messaggio pubblicato su Truth. In mattinata già il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth, aveva confermato, citando fonti di intelligence che “le strutture iraniane nucleari sono state completamente distrutte”. “Grazie alla decisione di Trump si è posto fine alla guerra decimando o annientando, distruggendo, scegliete la capacità nucleare dell’Iran”, ha detto in conferenza stampa attaccando le “fake news della Cnn, dall’Nbc o dal New York Times”. Di fatto, “sono state distrutte le infrastrutture critiche per l’arricchimento dell’uranio rendendo queste strutture inutilizzabili. Gli Stati Uniti e gli attacchi di Israele hanno provocato danni enormi sui siti nucleari. Io vi posso dire che il programma nucleare è stato danneggiato in maniera significativa portandolo indietro di anni”.
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