Da oggi la popolazione mondiale ha ufficialmente superato gli 8 miliardi. La stima ufficiale è dell’Onu che richiama alla “nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro Pianeta”. Per le Nazioni Unite, “questa crescita senza precedenti” – nel 1950 si contavano 2,5 miliardi di abitanti – è il risultato “di un progressivo aumento della durata della vita grazie ai progressi compiuti in termini di salute, alimentazione, igiene personale e medicina”.
Ma la crescita della popolazione ci pone di fronte a enormi sfide, soprattutto nei Paesi più poveri, in cui esiste un problema di sovrappopolazione. La soglia degli 8 miliardi viene superata nel bel mezzo della conferenza mondiale sul clima, Cop27, a Sharm el-Sheikh, dove è stata ribadita più volte la necessità che i Paesi ricchi – i maggiori responsabili del riscaldamento globale – supportino i Paesi più poveri nella strada verso la transizione ecologica. Infatti, ricorda l’Onu, “se la crescita demografica amplifica l’impatto ambientale dello sviluppo economico”, “i Paesi dove il consumo di risorse materiali e le emissioni di gas serra per abitante sono più elevati, sono in genere quelli dove il reddito pro capite è il più alto e non quelli in cui la popolazione sta crescendo rapidamente”.
“Il nostro impatto sul pianeta è determinato molto più dal nostro comportamento che dai nostri numeri”, riassume Jennifer Sciubba, ricercatrice presso il think tank del Wilson Center. Ma è proprio nei Paesi più poveri che la crescita della popolazione pone sfide importanti. “La persistenza di alti livelli di fertilità, che guidano una rapida crescita della popolazione, è sia un sintomo sia una causa del lento progresso dello sviluppo”, scrive l’Onu.
Così l’India, che conta 1,4 miliardi di abitanti e che diventerà il Paese più popoloso del mondo nel 2023, superando la Cina, andrà incontro a un sovraffollamento urbano e alla scarsità di risorse. A Bombay, circa il 40% della popolazione vive in baraccopoli, la maggior parte delle quali prive di acqua corrente, elettricità e servizi igienici. I numeri forniti dall’Onu evidenziano un’immensa diversità demografica. Pertanto, più della metà della crescita della popolazione entro il 2050 proverrà da soli 8 Paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania. Ed entro la fine del secolo, le tre città più popolose del mondo saranno africane: Lagos in Nigeria, Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo e Dar Es Salaam in Tanzania.
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