Categories: EsteroIn Primo Piano

Ucraina, accordo Kiev e Washington su terre rare: la bozza dell’intesa

Kiev e Washington hanno raggiunto un accordo per sfruttare le ricchezze minerarie dell’Ucraina, dopo la situazione di stallo tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Ma che si tratti degli importi in gioco o delle garanzie di sicurezza richieste dalla parte ucraina, i contorni del testo restano vaghi. Ecco cosa sappiamo dell’accordo, che potrebbe essere firmato a Washington venerdì in occasione della visita del presidente ucraino alla Casa Bianca.

UN FONDO COMUNE. Il presidente americano aveva insistito nel volere un risarcimento per gli aiuti erogati negli ultimi tre anni a sostegno dell’Ucraina. Secondo il Kiel Institute for the World Economy (IfW Kiel), Washington avrebbe visto un impegno di 500 miliardi di dollari, circa quattro volte superiore agli aiuti erogati finora, ovvero circa 120 miliardi di dollari. Il presidente ucraino ha poi respinto l’accordo, rifiutandosi di firmare un testo che “dieci generazioni di ucraini” dovranno pagare. Secondo una fonte ucraina informata del contenuto del compromesso questa richiesta finanziaria americana non figura più nel documento siglato ieri, 25 febbraio. Il documento, tuttavia, prevede che americani e ucraini sfrutteranno congiuntamente le risorse minerarie e che i proventi derivanti da ciò confluiranno in un fondo “congiunto tra Ucraina e America“. Secondo l’alto funzionario, gli americani hanno accettato di eliminare “tutte le clausole che non ci andavano a genio, in particolare quella da 500 miliardi di dollari”.

NESSUNA GARANZIA CONCRETA SULLA SICUREZZA. Per Kiev, una condizione fondamentale per garantire l’accesso alle proprie risorse agli alleati è l’ottenimento di garanzie di sicurezza, un meccanismo politico-militare per dissuadere la Russia da una nuova invasione dopo un eventuale accordo di cessazione delle ostilità. Il presidente Zelensky ha sollevato la possibilità di un simile scambio di ricchezze in cambio di garanzie di sicurezza già a ottobre, quando aveva delineato il suo “piano per la vittoria”. L’Ucraina ritiene che la migliore garanzia sarebbe l’adesione alla Nato, uno scenario respinto da Washington perché renderebbe impossibile qualsiasi tregua o pace, e Mosca lo vede come una linea rossa. Un’altra richiesta ucraina: forze di peacekeeping, in caso di cessate il fuoco. Ma gli Stati Uniti avevano già respinto questa opzione, pur essendo favorevoli all’impiego di truppe europee. Alla fine, il testo dell’accordo sui minerali conterrebbe un riferimento alla sicurezza dell’Ucraina, ma nessuna garanzia concreta. Secondo un alto funzionario ucraino su questo punto le discussioni sono ancora in corso. “Si tratta di una clausola generale che afferma che l’America investirà in un’Ucraina sovrana, stabile e prospera, che si adopererà per una pace duratura e che sosterrà gli sforzi volti a garantire la sicurezza“, ha spiegato la fonte.

QUALI GIACIMENTI COINVOLTI? QUALI MINERALI? Si dice che l’Ucraina contenga circa il 5% delle risorse minerarie mondiali, ma quelle ambite da Donald Trump sono per lo più inutilizzate, difficili da estrarre o di fatto sotto il controllo russo, perché si trovano in territori occupati. L‘Ucraina produce in particolare tre minerali essenziali: il manganese (8° produttore al mondo secondo World Mining Data), il titanio (11°) e la grafite (14°), essenziale per le batterie elettriche. Di quest’ultimo minerale, l’Ucraina concentra “il 20% delle risorse mondiali stimate“, sottolinea l’Ufficio francese per la ricerca geologica e mineraria (BRGM). La nazione è inoltre, secondo questa fonte, “uno dei principali Paesi in Europa per potenzialità” nello sfruttamento del litio, essenziale anche per le batterie. L’Ucraina sostiene di avere sul suo territorio “una delle più grandi risorse” di litio in Europa, ma secondo il governo, “finora” non viene estratto. Lo sfruttamento di questi giacimenti richiede investimenti considerevoli. Secondo l’ammissione dello stesso governo ucraino, solo lo sviluppo del deposito di Novopoltavske nella regione di Zaporizhzhia richiederebbe un investimento di 300 milioni di dollari. Il sito, che si dice contenga apatite, tantalio, niobio, stronzio, terre rare e persino uranio, si trova in territorio occupato dall’esercito russo. E il Cremlino ha escluso la cessione di aree sotto il suo controllo. Vladimir Putin, d’altro canto, si è detto favorevole agli investimenti americani in queste regioni occupate. Un altro esempio è il giacimento di Chevtchenkivske (in particolare minerali di litio, tantalio, niobio e berillio) che si trova a meno di 10 chilometri dal fronte, in un settore, quello di Pokrovsk, dove l’esercito russo sta ancora guadagnando terreno rispetto alle forze ucraine, meno numerose e meno armate.

Chiara Troiano

Recent Posts

Ue, Trump: Ha speso più soldi per petrolio e gas russo che per difendere Ucraina

"L'Europa ha speso più soldi per comprare petrolio e gas russo di quanti ne abbia…

12 ore ago

Usa, Trump annuncia dazi sui prodotti agricoli dal 2 aprile

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'intenzione di imporre tariffe sui prodotti…

12 ore ago

Auto, Ue vira verso neutralità tecnologica. E più flessibilità su multe per emissioni di Co2

Un'alleanza per dare una spinta nel software e nell'hardware per la guida autonoma, flessibilità sugli…

12 ore ago

Istat, nel 2024 Pil +0,7% e deficit 3,6%. Per Giorgetti “finanze meglio del previsto”

Nel 2024 l'economia italiana è cresciuta dello 0,7%, un dato inferiore rispetto alla stima del…

12 ore ago

Ucraina, Trump: Zelensky non vuole la pace-2-

“Il tempo non gioca a favore” di Zelensky, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza…

13 ore ago

Auto, Salvini e ministri Ue a Commissione: No obbligo elettrico per aziendali

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, insieme ai colleghi della…

13 ore ago