(COMBO) This combination of pictures created on March 17, 2025 shows, L-R, US President Donald Trump in the Oval Office of the White House in Washington, DC, on March 13, 2025 and Russia's President Vladimir Putin at the Kremlin in Moscow on March 13, 2025. Putin and Trump will speak by phone on March 18, 2025, as one US official expressed hope the two could agree a Ukraine ceasefire within "weeks." (Photo by Mandel NGAN and Maxim Shemetov / various sources / AFP)
Una prima tregua limitata alle infrastrutture energetiche in Ucraina, di soli 30 giorni. E’ il punto centrale dell’attesissima conversazione telefonica tra Donald Trump e Vladimir Putin, che si è conclusa senza una svolta decisiva verso un autentico accordo di cessate il fuoco tra Mosca e Kiev. Una telefonata iniziata intorno alle 16 italiane e durata circa tre ore, in cui il presidente americano e il suo omologo russo hanno concordato di avviare “immediatamente” i negoziati, che si svolgeranno in Medio Oriente, su una possibile pausa graduale della guerra innescata nel febbraio 2022 dall’invasione russa. Come fanno sapere sia il Cremlino sia la Casa Bianca, la conversazione è stata “dettagliata e schietta”. Trump ha elogiato “l’immenso vantaggio” di una “migliore relazione bilaterale” tra Stati Uniti e Russia, con il potenziale per “enormi accordi economici”. “La mia conversazione telefonica di oggi con il Presidente russo Putin è stata molto buona e produttiva. Abbiamo concordato un immediato cessate il fuoco su tutte le centrali energetiche e le infrastrutture, con l’intesa che lavoreremo rapidamente per avere un cessate il fuoco completo e, in definitiva, la fine di questa orribile guerra tra Russia e Ucraina“, ha scritto Trump sul suo social Truth. “Questa guerra non sarebbe mai iniziata se fossi stato il Presidente! Sono stati discussi molti elementi di un accordo per la pace, incluso il fatto che migliaia di soldati vengono uccisi, e sia il Presidente Putin sia il Presidente Zelensky vorrebbero vederla finire”. “Quel processo – ha continuato – è ora in pieno vigore ed effetto e, si spera, per il bene dell’umanità, porteremo a termine il lavoro”
Secondo quanto diffuso dal Cremlino, il presidente russo ha affermato di essere pronto a collaborare con i suoi partner americani per “un esame approfondito dei possibili modi per raggiungere un accordo, che dovrebbe essere globale, stabile e duraturo”. Di fatto Putin ha accettato di sospendere gli attacchi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina per 30 giorni. E anzi, ne ha ordinato “immediatamente” l’attuazione. Infatti, il leader russo “ha reagito positivamente” all’iniziativa del presidente degli Stati Uniti e “ha immediatamente impartito un ordine corrispondente all’esercito russo”. Di contro, ha dettato le sue condizioni, “riguardanti il controllo efficace di un possibile cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto, la necessità di porre fine alla mobilitazione forzata in Ucraina e il riarmo delle forze armate ucraine”. Inoltre, Putin ha chiesto a Trump di “sospendere completamente” gli aiuti militari occidentali e la condivisione di informazioni di intelligence con l’Ucraina, quali condizioni “fondamentali” per impedire un’escalation del conflitto e “lavorare” così “alla sua risoluzione attraverso mezzi politici e diplomatici”. Da domani, poi, Russia e Ucraina si scambieranno 175 prigionieri di guerra ciascuno.
Secondo la Casa Bianca, oltre alla sospensione degli attacchi al settore energetico ucraino, sono previsti “negoziati tecnici sull’istituzione di un cessate il fuoco marittimo nel Mar Nero, un cessate il fuoco globale e una pace duratura”. Da quando è tornato al potere il 20 gennaio, Trump ha avviato uno spettacolare riavvicinamento con la Russia, mentre il suo predecessore democratico Joe Biden aveva tagliato i ponti e si era concentrato sull’assistenza all’Ucraina. Nei resoconti pubblicati dalle due capitali non si fa menzione di alcuna possibile ripartizione territoriale, dopo che il presidente americano si era detto pronto a parlare di “spartizione” tra Ucraina e Russia, cosa che aveva preoccupato Kiev.
A Kiev, infatti, come a Parigi e Berlino, si teme che il presidente americano, che affronta i negoziati diplomatici come se fossero contrattazioni commerciali, conceda troppa clemenza alla controparte russa, percepita come una minaccia su scala continentale. Domani il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si recherà a Helsinki per colloqui sul “sostegno della Finlandia all’Ucraina e sulle misure per porre fine alla guerra di aggressione della Russia”. L’Ucraina, sotto la pressione di Washington, ha accettato l’idea di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni.
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