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Come da attese della vigilia, il viaggio della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen nella Slovenia devastata dalle alluvioni ha portato indicazioni importanti sul supporto che Bruxelles potrà mettere in campo a favore degli sforzi di ripresa e ricostruzione del Paese dopo il disastro naturale. “È una tragedia nazionale ed europea“, ha confermato la numero uno dell’esecutivo comunitario alla sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale slovena, dopo aver visitato con il primo ministro, Robert Golob, e il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i territori colpiti dall’alluvione: “Troveremo tutti i modi possibili per essere all’altezza della proverbiale solidarietà della Slovenia”.
Con il premier sloveno sono stati discussi in particolare i tre pilastri del pacchetto “per le necessità immediate, ma anche nel medio e lungo termine”. In primis c’è il Fondo di solidarietà, un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione: “Renderemo disponibili 400 milioni di euro, 100 milioni già quest’anno e 300 milioni il prossimo“, ovvero quasi 10 volte quelli ricevuti dal Paese dall’attivazione del dispositivo nel 2002 a oggi (48 milioni). Lubiana potrà richiederne l’attivazione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni, “poi potremo procedere al primo esborso”, ha spiegato von der Leyen. Sono ammessi interventi d’emergenza come il ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione.
Il secondo pilastro è il Next Generation Eu. “Oltre ai fondi che la Slovenia sta già usando e programmato, ci sono ancora 2,6 miliardi di euro che può richiedere“, è quanto annunciato dalla leader dell’esecutivo Ue, che ha precisato il fatto che “sono soldi nuovi, non programmati e potenzialmente accessibili” sotto forma di prestiti per finanziare un piano aggiuntivo dedicato alla ricostruzione e all’adattamento al clima. Ma perché Lubiana possa riceverli, “il tempo è tutto, la richiesta deve essere fatta entro la fine di agosto”, ha avvertito von der Leyen, e per questo motivo con il premier Golob è stata concordata l’istituzione di una task force tra Slovenia e Commissione Ue “per lavorare immediatamente sui requisiti amministrativi”.
Il terzo pilastro invece è composto dai fondi di Coesione “che possono essere riprogrammati”. Si tratta di “3,3 miliardi fino al 2027“, ma anche in questo caso “c’è bisogno della massima flessibilità, perché molto è già stato programmato”. Infine la presidente von der Leyen ha promesso anche che “mobiliteremo la riserva di crisi agricola europea per aiutare gli agricoltori che hanno perso bestiame, raccolti e macchinari”.
Un totale di 6,3 miliardi di euro che potenzialmente potrebbe arrivare a Lubiana per affrontare la ripresa e la ricostruzione a seguito delle alluvioni che “hanno portato scompiglio in due terzi” del Paese: “L’acqua ha spazzato via ogni tipo di infrastruttura critica – dai ponti alle linee elettriche – migliaia di famiglie sono state evacuate, quasi tutte le aziende nelle aree più colpite sono state coinvolte e sei persone hanno perso la vita”. La presidente della Commissione Ue ha rassicurato la popolazione sul fatto che “vi staremo vicini, potete contare sull’Ue“, dopo che in un solo giorno è caduta la pioggia di un mese: “La Slovenia è un eccellente esempio di un membro dell’Ue che ha sempre risposto immediatamente a chi aveva bisogno, come durante le alluvioni Italia o durante i terremoti in Croazia, ora è la Slovenia ad avere bisogno di aiuto” nel riprendersi da un disastro naturale causato dai cambiamenti climatici, “senza dubbio”.
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