ALBERI CADUTI IN VIA RIPAMONTI ANGOLO TOSCANA MALTEMPO NUBIFRAGIO TEMPESTA DANNI PROVOCATI DAL TEMPORALE ALBERO CADUTO
Novanta centimetri di pioggia in seri ore, Cogne sommersa dall’acqua. Dopo il nubifragio che nel fine settimana ha travolto la Valle d’Aosta e il Piemonte – dove alcune valli sono ancora isolate a causa delle frane – è iniziata la conta dei danni in tutto il Nord Italia. Almeno 25 milioni di euro, secondo una prima stima del governatore Alberto Cirio. Nel frattempo, a distanza di 48 ore, la cittadina valdostana Cogne è senza collegamenti: “La strada che collega anche Valnontey, che è strategica e importante, temo che non possa essere resa percorribile in un mese“, annuncia il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci. “Sono intervenuti in questi giorni tutti i soggetti chiamati all’emergenza, dai vigili del fuoco alle forze dell’ordine, quindi tutti dobbiamo augurarci che Cogne e quella area vengano sottratti all’isolamento fisico e guardare all’immediato futuro”, spiega il ministro.
Grandinate, frane e smottamenti sono stati registrati anche in Piemonte, in particolare Torino e le zone del Canavese, Vercellese occidentale e basso Biellese. Prosegue oggi la rimozione di fango dagli edifici a Macugnaga (nel Verbano Cusio Ossola), mentre per una nuova perturbazione a Torino ieri sera sono stati oltre 50 gli interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti e tetti divelti. Pioggia record anche in Veneto: 77 millimetri di acqua è caduta su Vittorio Veneto, in provincia di Treviso. In generale, la morsa del maltempo non si allenta: “Oggi il fronte temporalesco che ieri ha raggiunto l’Italia muoverà il suo raggio d’azione verso le regioni del centro e raggiungerà poi entro la serata anche il sud peninsulare”, annuncia Lorenzo Tedici, meteorologo de ‘iLMeteo.it’. Le temperature scenderanno ancora, poi da giovedì, l’anticiclone delle Azzorre riuscirà a riportare condizioni atmosferiche più stabili per tutti.
In generale, sono troppe emergenze dovute al cambiamento climatico: il ministro Musumeci è della stessa idea del governatore veneto Luca Zaia: “La nuova strada che bisogna imboccare è quella delle assicurazioni”. I fondi non bastano più a ripianare i danni causati da alluvioni e maltempo. È necessaria una strategia diversa. “Dobbiamo ricorrere alle polizze assicurative per le aziende – conferma il ministro – non possiamo pensare che lo Stato possa intervenire sempre e per tutti. Non ci sono più le risorse necessarie per un’emergenza che è diventata pressoché quotidiana”.
Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali, secondo i dati diffusi da Ania. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana. “Il cambiamento climatico è una sfida cruciale – spiega la presidente Maria Bianca Farini – Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni materiali“. Per Ania, gli italiani si proteggono ancora poco, dal punto di vista assicurativo, contro le calamità naturali: solo il 6% delle abitazioni è coperto contro i rischi di terremoto e alluvione e solo il 4% delle piccole imprese possiede una polizza contro tali rischi. Secondo il ministro non è più tempo di eventi eccezionali, ma ordinari con i quali si è chiamati a fare i conti come cittadini e come istituzioni. “E bisogna mettere mano a una seria e concreta campagna di prevenzione per le strutture e anche di comunicazione per chi vive in quelle aree”, aggiunge Musumeci. La priorità in Italia – sottolinea – è mettere in sicurezza il territorio. Ma manca, a suo giudizio, una “seria programmazione” che non è stata fatta perché gli interventi contro il dissesto idrogeologico non sono considerati prioritari. “E’ un problema culturale -spiega – dobbiamo accelerare il processo di cambiamento“.
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