“Il nostro desiderio è che la costa atlantica diventi un luogo elevato di comunione umana, un centro di integrazione economica, un centro di influenza continentale e internazionale”. Lo ha detto il re del Marocco Mohammed VI in occasione del 48esimo anniversario della Marcia verde. Il Marocco, come spiega l’agenzia marocchina Map che riporta il discorso integrale del monarca, ha intrapreso l’iniziativa internazionale di favorire l’accesso degli Stati del Sahel all’Oceano Atlantico, e l’ammodernamento delle infrastrutture di questi paesi al fine di collegarli alle reti di trasporto e ai sistemi di comunicazione situati nel loro ambiente regionale. “Ciò include anche la riflessione sulla costruzione di una flotta nazionale della marina mercantile forte e competitiva”, ha spiegato.
Inoltre, “per sostenere al meglio la crescita economica e l’espansione urbana delle metropoli del Sahara marocchino, la creazione di un’economia marittima deve continuare a consolidare lo sviluppo dell’intera regione e a favorire le popolazioni locali.” Oltre all’esplorazione estensiva delle risorse naturali offshore, “questa economia integrata deve basarsi su investimenti continui nei settori della pesca marittima, sulla desalinizzazione dell’acqua di mare per scopi agricoli, sull’incoraggiamento dell’economia blu e sul sostegno alle energie rinnovabili”, ha continuato il re marocchino che chiede “l’adozione di una strategia dedicata al turismo atlantico, il cui obiettivo sarebbe quello di mettere in luce le molteplici potenzialità della regione e, quindi, di affermarla come una vera destinazione per la pratica del turismo balneare e sahariano”.
Nonostante la qualità delle sue risorse umane e l’abbondanza delle sue risorse naturali, l’Africa atlantica presenta ancora un deficit significativo in termini di infrastrutture e investimenti, sottolineando la strategia progettuale del gasdotto Marocco-Nigeria, “considerato come una leva di integrazione regionale volta a riunire le condizioni per un decollo economico comune, per innescare una dinamica favorevole allo sviluppo della fascia atlantica”.
Per superare le difficoltà e risolvere i problemi che affliggono gli Stati fratelli del Sahel, il Sovrano ha insistito sul fatto che la soluzione non può essere esclusivamente di sicurezza o militare, ma deve basarsi su un approccio di cooperazione e di sviluppo comune.
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