Abbiamo voluto la sostenibilità? E allora pedaliamo! Nel vero senso dell’espressione. La Commissione europea riscrive un noto detto per fare della bicicletta la prossima realtà di spostamento quotidiano. Attraverso la proposta di ‘Dichiarazione sulla bicicletta’ si invitano gli Stati membri a promuovere la due ruote ecologica con maggiore determinazione. Campagne di informazione, corsi di formazione per i più piccoli e di perfezionamento professionale per gli adulti, maggiori investimenti, coinvolgimento delle imprese per sostituire la pratica della dotazione di auto aziendale con bici aziendale. Questo e tanto altro nel documento varato nell’ambito delle giornate europee per la mobilità urbana.
La speciale Dichiarazione riconosce la bicicletta come un mezzo di trasporto “sostenibile, accessibile, inclusivo, conveniente e sano, con un forte valore aggiunto per l’economia dell’Ue”. Per questo si invitano gli Stati membri a sviluppare reti ciclabili sicure e coerenti nelle città, migliori collegamenti con i trasporti pubblici, parcheggi sicuri, la realizzazione di punti di ricarica per biciclette elettriche e autostrade ciclabili che collegano le città con le aree rurali. Si chiedono inoltre più infrastrutture ciclistiche in tutti gli Stati membri. Questa iniziativa, sottolinea l’esecutivo comunitario, aiuterà a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo, vale a dire una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990.
Un imperativo di sostenibilità, dunque. Ma pure economico. Il settore della bicicletta rappresenta più di mille piccole e medie imprese, per circa un milione di posti di lavoro e “il potenziale per molti di più”, riconosce il documento. Il mercato ha già una sua domanda e una sua crescita, e può espandersi ancora. “Nel 2022 nell’Ue sono state prodotte complessivamente 14,7 milioni di biciclette, con un aumento del 29% dal 2012 al 2022”, ricorda Adina Valean, commissaria per i Trasporti, convinta che “questa ‘Dichiarazione’ contribuirà a stimolare posti di lavoro di alta qualità, anche nella formazione e nel turismo ciclistico”.
Per la rivoluzione verde della mobilità serve però sicurezza. “La sicurezza è un prerequisito per incoraggiare l’uso della bicicletta”, ricorda Valean. “I ciclisti sono vulnerabili. Il 9% delle vittime degli incidenti stradali nell’UE sono ciclisti”. Sono soprattutto loro, quelli professionisti e con la passione per il mezzo, a dover dare l’esempio e iniziare ad accettare di sfrecciare lungo apposite corsie invece che occupare la carreggiata. Perché la ‘Dichiarazione sulla bicicletta’ della Commissione europea vuole lo stop alle biciclette su strada. Tra i vari impegni contenuti nel documento anche quello di “dare spazio sufficiente ai ciclisti e agli altri utenti stradali vulnerabili per aumentare i livelli di sicurezza, in particolare attraverso la separazione fisica delle piste ciclabili dal traffico motorizzato, ove fattibile”.
Il testo non è vincolante, ma è comunque un passo indicativo nell’intenzione di promuovere un nuovo tipo di mobilità. Parlamento e Consiglio Ue potranno rivedere il testo e aggiungere ulteriori impegni, ove necessario, per migliorare il piano d’azione e la sua attuazione.
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