La sostenibilità come ‘binario principale’ del piano industriale 2022-2031. Ferrovie dello Stato italiane punta forte sulle tre aree prioritarie individuate dal progetto decennale: transizione energetica, progettazione sostenibile delle infrastrutture e rigenerazione urbana. Il tema è stato analizzato da ogni angolatura durante la prima edizione del ‘Sustainability day’, che si è svolto al Palazzo dei Congressi di Roma. Sul palco alcuni dei top manager del Gruppo si sono confrontati con esperti qualificati, rappresentanti delle istituzioni e della società civile per fare il punto sulle possibili azioni volte a integrare sempre di più lo sviluppo sostenibile nel business, in linea con il Green Deal europeo e l’Agenda 2030.
“Mai come in questo momento di incertezza e instabilità, la sostenibilità è importante, perché vuol dire resilienza“, ha detto Nicoletta Giadrossi, presidente di Fs. Spiegando che “il gruppo è un operatore sistemico di mobilità al servizio dello sviluppo del Paese“, dunque “un cambiamento che duri deve essere improntato alla sostenibile. Gli Esg sono i criteri su cui si basa il piano strategico“. Che è “un percorso di trasformazione” con una visione, creare “un sistema integrato che si basa su 4 poli: infrastrutture, mobilità, logistica e città“. Ecco perché, ha aggiunto Giadrossi, “il nostro obiettivo” è proprio quello di “rendere il trasporto pubblico sempre più sostenibile e resiliente“.
La mission è chiara. “Sostenibilità nell’ambito della mobilità significa gestire due transizioni: quella energetica di una mobilità che è sempre più diventa elettrica e, al tempo stesso, della mobilità, che non può non nascere e vedere quelli che sono i numeri di riferimento, alla base di un equilibrio modale che deve essere ricostruito”, ha affermato il chief Strategy officer del Gruppo Fs, Fabrizio Favara. “Oggi le ferrovie vengono utilizzate per il 6% degli spostamenti però emette solo lo 0,1 percento – ha sottolineato -. In questo ambito la sfida non è solo ridurre quello 0,1 a 0, semmai fare in modo che quel 6 diventi 12 o 18 in modo tale che seppure la percentuale di emissioni diventasse lo 0,3 il settore dei trasporti ne andrebbe comunque a beneficiare perché contribuisce alla riduzione di Co2”.
E’ stato poi Lorenzo Radice, responsabile sostenibilità del Gruppo Fs, a indicare il target della società: “Vogliamo arrivare al carbon neutrality entro il 2040”. Infatti, “il Piano industriale è il risultato di un percorso partito diversi anni fa. Le aree prioritarie, sociali e ambientali, individuate con il coinvolgimento degli stakeholder, interni ma anche esterni, sono – ha elencato – la Sicurezza delle persone e dei fornitori, la Mitigazione del cambiamento climatico, il Valore del cliente, l’Inclusone, la valorizzazione e lo sviluppo delle persone e l’Economia circolare e acquisti responsabili, in ottica Esg, estendendo quest’ottica a tutti i fornitori del gruppo entro il 2026, oltre a non mandare più in discarica il 100% dei nostri rifiuti”. La partita per il futuro è già iniziata, e Fs vuole farla correre ad alta velocità.
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