Tour in versione green per togliersi l’etichetta di inquinatore

Il Tour de France, che parte da Copenaghen, sta cercando di ridurre la sua impronta di carbonio, in gran parte dovuta agli oltre 10 milioni di spettatori che ogni anno si radunano a bordo strada. Per questa 109ª edizione del Grande Loop, l’obiettivo è chiaro: “Incoraggiare il pubblico a venire al Tour con mezzi più puliti, dato che, secondo gli organizzatori, rappresenta la maggior parte dell’inquinamento dell’evento.

Si tratta di un’osservazione sorprendente per Béatrice Jarrige, project manager del think tank The Shift Project, che ritiene che “assistere a un evento sportivo” non sia una delle principali ragioni di viaggio individuate nell’indagine nazionale sulla mobilità. Per lei, il caso del Tour de France è specifico: “La gente è a bordo strada per applaudire gli atleti, non viene da molto lontano. E per definizione, dato il modo in cui si svolge, può essere difficile arrivare in auto”.

Ma secondo i dati sull’impronta di carbonio dell’edizione 2021 pubblicati da ASO, l’organizzatore del Tour de France, delle 216.000 tonnellate di CO2 rilasciate l’anno scorsoil 94% proveniva da emissioni indirette, causate dagli spettatori e dai tifosi della televisione“, afferma Karine Bozzacchi. A titolo di confronto, la carovana del Tour, con i suoi veicoli pubblicitari, sarebbe responsabile dell’emissione di 4.505 tonnellate di CO2 per questa edizione. Alcune città come Rennes (2021) hanno già rifiutato di ospitare la partenza del Tour per motivi ambientali. Nel 2020, il sindaco ecologista di Lione, Grégory Doucet, ha criticato la corsa in quanto obsoleta e inquinante, dato il numero di veicoli in circolazione e il numero esorbitante di articoli monouso distribuiti a ogni evento: circa 18 milioni.

Per liberarsi della sua immagine di inquinatore incallito, il Tour ha intrapreso diverse operazioni. In primo luogo, l’allestimento di parcheggi per biciclette in ogni tappa. “Ogni giorno ci sarà almeno un parcheggio, alla partenza o all’arrivo, con un sistema di prenotazione online“, ha spiegato il responsabile, annunciando anche la creazione di un sistema di car pooling. Secondo i dati degli organizzatori, il 51% degli spettatori utilizza il proprio veicolo per raggiungere il luogo della tappa. Solo il 2% opta per il car pooling. La bicicletta rimane un mezzo di trasporto minoritario (11% degli spettatori) e riservato agli spostamenti brevi.

Ma ci sono altre misure concrete: “Da diversi anni lavoriamo con i nostri partner su ‘goodies’ (omaggi promozionali, ndr) e veicoli. Abbiamo sempre più veicoli ibridi, 23 veicoli 100% elettrici con stazioni di ricarica mobili (…) e il 50% dei camion dell’organizzazione quest’anno sono veicoli a biocarburante“. Per Béatrice Jarrige, anche se c’è ancora del lavoro da fare, è un buon inizio. “È bene pubblicizzare e mostrare le soluzioni. Ciò che viene considerato greenwashing è piantare alberi per compensare la propria impronta di carbonio, perché dopo arriverà qualcuno a tagliarli. Qui le diverse idee sono buone”.

(Photo credits: ANNE-CHRISTINE POUJOULAT / AFP)

Nadia Bisson

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