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‘Acuto’ di Mattarella all’Europa: “Nessun dorma. Stare fermi non è più un’opzione”

(Photocredit: Qurinale)

Le note della Turandot risuonano poco prima che Sergio Mattarella, assieme a Felipe VI di Spagna e Marcelo Rebelo de Sousa chiudano i lavori del XVIII Simposio Cotec Europa. Lo spunto è perfetto per il presidente della Repubblica, che prende per primo la parola e usa i versi di Giacomo Puccini per un ‘acuto’ politico all’Europa: “La romanza che abbiamo ascoltato, ‘Nessun dorma’, potrebbe applicarsi alla nostra Unione”.

A Coimbra, città fondata dai romani, che dal 1537 ospita la più antica università del Portogallo, una delle più prestigiose del Vecchio continente, il futuro dell’Ue è il tema principale del dibattito Cotec, che festeggia i vent’anni dalla sua prima edizione. Prima del capo dello Stato è Mario Draghi a prendere la parola, con una lunga analisi dell’attualità, con i dazi che segnano un “punto di rottura” tra Ue e Usa e la necessità di trovare strade alternative, puntando principalmente sulla forza che l’Europa può esprimere. Parole che si sposano perfettamente con la riflessione di Mattarella, che indica la necessità di un’Ue rinnovata, più competitiva, resiliente e presente nello internazionale: “Una sfida epocale per il nostro continente, tanto più urgente se raffrontata a recenti evoluzioni negli equilibri mondiali”. Infatti, l’appello è “urgente, direi prioritario: l’Europa agisca, perché stare fermi non è più un’opzione”.

Il presidente della Repubblica ricorda che “i rischi dell’immobilismo sono ben identificati nei rapporti Draghi e Letta” con “ipotetiche conseguenze per l’Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica” che “ne accrescerebbero anche le vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni così allarmanti dell’ordine internazionale”.

Sulla difesa comune europea, ad esempio: “Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza”. Ragion per cui “le iniziative avviate in materia dalla Commissione europea sono un primo, fondamentale passo e testimoniano piena consapevolezza della posta in gioco”, sottolinea Mattarella. Che crede nella capacità di adattamento alle sfide globali: “Sarebbe miope guardare all’Unione come ad una costruzione nata sottovuoto”. Ci sono, però, passi da compiere. Anzi, ‘azioni’, come richiama il titolo dell’edizione Cotec 2025. Come “migliorare i nostri punti di forza, a cominciare dal Mercato unico europeo”, cosa che il rapporto Letta ha fatto con le su valide proposte per estenderne gli effetti “a settori che in passato ne sono stati esclusi: tra questi la finanza, l’energia, le telecomunicazioni – mette in luce Mattarella -. Ma anche (ed è questo un aspetto fondamentale) la ricerca, l’innovazione e l’istruzione, che nel rapporto sono parte di una ‘quinta libertà’, accanto alle quattro già esistenti: circolazione di merci, servizi, persone e capitali”.

Servono anche innovazione e cooperazione per lo sviluppo di nuove tecnologie all’Ue, perché “anche in quest’ambito l’Europa non può rischiare di restare al palo”, avverte il presidente mentre sul palco accanto a lui ci sono Re Felipe VI di Spagna e il presidente uscente della Repubblica portoghese ad ascoltarlo. Mattarella ricorda, inoltre, che “il tema delle risorse rimane centrale quando si vuole definire una strategia industriale per il rilancio della competitività”, ecco perché “quando le sfide sono di dimensione europea, tocca all’Unione fornire gli strumenti adeguati”.

Per riprendere un posto di primo piano nello scacchiere internazionale, il Vecchio continente deve necessariamente avere “una strategia che ponga al centro la sicurezza degli approvvigionamenti”, perché è emblematico – ricorda il capo dello Stato – il caso della scarsità di materie prime critiche, che oggi sono più che mai fondamentali. “Dobbiamo lavorare insieme per un’Europa più competitiva, tecnologicamente avanzata e quindi più sicura, capace di ridurre le sue dipendenze strategiche ma senza pregiudicare la tela di fondo di un ordine internazionale fondato sul libero commercio”, è il monito lanciato da Mattarella. Che usa due termini precisi: “Competitività e sicurezza, concetto quest’ultimo che assume oggi numerose dimensioni, dalla sicurezza economica alla sicurezza energetica, da quella cibernetica a quella più tradizionale, sono intimamente connesse”.

Prima di fare ritorno in Italia fa tappa al Santuario di Fatima, con Rebelo de Sousa ad accompagnarlo. All’Europa serve tutta la spinta che può per affrontare le sfide che la attendono.

Elena Fois

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