In base all’ultima proiezione su dati reali del Parlamento europeo (alle 19.30 di lunedì 10 giugno), il Partito popolare europeo (Ppe) si conferma primo gruppo dell’Aula con 186 deputati. A seguire l’Alleanza progressista dei socialisti e democratici (S&d) con 135 seggi, i liberali di Renew Europe con 79, i riformisti e conservatori europei con 73, Identità e democrazia con 58, i Verdi con 53. Seguono poi gli eletti non affiliati ad alcun partito (55), i non iscritti 45 e la Sinistra con 36. L’Italia si conferma la presenza maggiore sia in Ecr, con 24 eletti, che nel gruppo S&d, dove i 21 deputati fanno del Pd il primo partito d’Europa.
Regge la maggioranza uscente composta da popolari, socialisti e liberali, che totalizzano 400 deputati, e che, fin da subito, si metteranno in contatto per iniziare un dialogo politico. La candidata popolare al bis alla Commissione, Ursula von der Leyen, vuole una maggioranza ampia. “Quello che i cittadini vogliono è un’Europa che produca risultati. A partire da domani inizierò a costruire un’ampia coalizione per un’Europa forte. Insieme ad altri costruiremo un bastione contro gli estremi di destra e di sinistra”, ha scritto su X.
Mentre socialisti, liberali e verdi sottolineano l’importanza della responsabilità e di una cooperazione tra le forze democratiche dell’Aula. “Desidero che formiamo una coalizione pro-europea il più consolidata possibile”, ha scandito la presidente del gruppo Renew Europe, Valerie Hayer. “La coalizione resterà così come l’abbiamo conosciuta nel mandato precedente, cioè composta da Ppe, S&d e RE? I Verdi vogliono unirsi a noi? Penso che vada innanzitutto considerato il programma per i prossimi anni, quale valore aggiunto vogliamo portare. Come presidente di RE ho a cuore le priorità del mondo liberale, centrista: l’Europa della difesa, un’Europa che sia più competitiva, lo stato di diritto, la preservazione delle ambizioni sul Patto verde che è stato la colonna vertebrale del nostro mandato. Dovremo trovarci su valori e priorità politiche fondamentali”, ha aggiunto.
Dal canto loro, i socialisti, hanno ribadito attraverso il loro candidato Nicolas Schmit di essere “aperti a una forte cooperazione con tutte le forze democratiche di questo Parlamento” ma di non dare alcuna “possibilità alla cooperazione con quanti vogliano smantellare e indebolire quest’Europa costruita in molti decenni”. I Verdi, che 5 anni fa bocciarono von der Leyen, ora si dicono responsabili e aperti ad una possibile collaborazione, in base al programma che sarà delineato.
Quello che è certo è che la costituzione dei gruppi politici sta prendendo avvio in queste ore, mentre già lunedì prossimo i capi di Stato e di governo si incontreranno informalmente a cena, a Bruxelles, per provare a trovare la quadra sui nomi apicali della prossima legislatura Ue.
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