La prima visita in Tunisia nell’ambito del Piano Mattei è durata una manciata di ore, ma ha portato a tre intese “importanti”, in tema di energia, Pmi e di università. “Altre ne verranno firmate, in temi di difesa, cultura, istruzione, perché questa cooperazione produce molti risultati“, anticipa Giorgia Meloni dopo l’incontro con Kaïs Saïed, accompagnata dai ministri Matteo Piantedosi (Interno), Anna Maria Bernini (Università e Ricerca) e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. La premier italiana si dice anche “molto fiera” del lavoro che Roma sta portando avanti dopo la firma del memorandum con l’Ue, un’intesa “storica”, rivendica, per “costruire un modello di cooperazione paritario e diventato un paradigma di riferimento nel suo complesso“.
Gli strumenti del Piano Mattei siglati oggi riguardano il sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino, che prevede 50 milioni di euro a sostegno dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, una linea di credito di 55 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese tunisine e un protocollo d’Intesa sulle università, che fornirà il quadro per la cooperazione in questo ambito tra i due Paesi.
Con la Tunisia l’approccio “nuovo e muove dal reciproco interesse delle nostre nazioni“, spiega Meloni. La relazione bilaterale instaurata è sì politica, scandisce, ma anche “fatta di passi concreti e dimostra quanto la collaborazione con il Paese sia una priorità per l’Italia e un tassello del lavoro che l’Italia porta avanti con il Piano Mattei per costruire una cooperazione paritaria e vantaggiosa per tutti”.
In ambito migratorio, la premier ringrazia le autorità tunisine e Saied per il lavoro che “insieme cerchiamo di portare avanti contro i trafficanti di esseri umani”, afferma. “E’ fondamentale – insiste – che insieme lavoriamo per continuare a combattere gli schiavisti del terzo millennio e le organizzazioni che pensano di poter sfruttare le aspirazioni di chi vorrebbe una vita migliore per fare soldi facili”. Un lavoro che Roma e Tunisi portano avanti insieme, ma, avverte la presidente del Consiglio, “necessità anche di sviluppo e investimenti per i paesi africani”.
E’ l’energia una delle materie su cui “la collaborazione deve continuare a rafforzarsi“, ribadisce Meloni, che già nel discorso di apertura del vertice Italia-Africa organizzato a Roma alla fine di gennaio, aveva ricordato il progetto strategico del cavo elettrico sottomarino Elmed (il primo a connettere le reti elettriche di Africa ed Europa, apripista di futuri ulteriori investimenti nel campo delle energie rinnovabili). Ma anche il lavoro dell’Italia per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare, e la riqualificazione infrastrutturale delle scuole, la formazione e l’aggiornamento dei docenti, oltre che scambi di studenti e insegnanti tra i due Paesi.
Il Piano Mattei è un’iniziativa strategica “nella quale anche l’alta formazione rappresenta un pilastro“, commenta Bernini dopo aver siglato il Memorandum of understanding con l’omologo tunisino, Moncef Boukthir. L’obiettivo è ambizioso, riferisce: “Fornire ai giovani africani gli strumenti per partecipare attivamente al progresso e alla crescita dei loro Paesi”. La ricerca sarà supportata, garantisce Bernini, “in modo congiunto e con convinzione”, per vincere le sfide globali, “a partire dal contrasto al cambiamento climatico, l’innovazione in campo agricolo e la tutela delle biodiversità”.
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