Parte la nuova Commissione Ue. Von der Leyen: “Con Fitto le regioni tornano centrali”

La maggioranza più piccola di sempre e il primo caso in cui la squadra riceve un supporto minore di quello dato a chi la presiede. E’ questa la spinta che il Parlamento europeo, con il voto di oggi in plenaria, dà alla seconda Commissione europea targata Ursula von der Leyen: il Collegio dei 26 commissari è stato approvato con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti. Un risultato che riporta 31 consensi in meno rispetto ai 401 che a luglio avevano fatto rieleggere la politica tedesca alla guida di Palazzo Berlaymont e che segna la più bassa fiducia incassata da un esecutivo Ue dal 1995, cioè da quando l’Eurocamera elegge il Collegio.

Ma la squadra è approvata e a farne parte, nel ruolo di vice presidente esecutivo a Riforme e Coesione, c’è Raffaele Fitto. Dopo il voto ha ricordato che è “fondamentale lavorare tutti insieme e dare prova di unità” per vincere le sfide. “Ogni mia energia e tutto il mio impegno dei prossimi cinque anni saranno dedicati a questo scopo, nel pieno rispetto dei Trattati ed a difesa dell’interesse comune europeo“, ha ribadito. Ma proprio sul suo nome si è consumata, in queste settimane, una frattura nella maggioranza tradizionale e in quella possibile con i Verdi. E, nonostante in aula la presidente oggi abbia promesso di lavorare “sempre dal centro” e con tutte le “forze democratiche pro-Ue”, le reazioni e il voto dei gruppi hanno fatto capire quanto il sostegno esca lesionato dall’affidamento di una vice presidenza esecutiva un membro, Fitto, della famiglia dei conservatori e riformisti europei (Ecr) considerata sovranista.

Nel presentare il lavoro del meloniano, von der Leyen evidenzia la necessità per l’Ue di impegnarsi “per affrontare i problemi che le regioni hanno davanti“. E “questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato come vice presidente esecutivo a Raffaele Fitto: è una scelta che ho fatto anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l’importanza politica che meritano”, puntualizza. Una scelta divisiva, però. Si inizia con l’Spd tedesco (nel gruppo S&D), che annuncia l’astensione dal voto sulla nuova Commissione. I Verdi – spaccati, ma con una leggera maggioranza a favore – confermano di essere “dell’opinione che sia un errore fare Fitto vice presidente esecutivo di questa Commissione europea“.

Alla fine, comunque, il von der Leyen 2 incassa un appoggio frastagliato dai liberali di Renew Europe (67 sì e 6 astensioni), dal Ppe, che però conta 25 franchi tiratori – la delegazione del Partido Popular spagnolo, delusi dalla presenza della connazionale Teresa Ribera, e tre eurodeputati sloveni -, dai socialisti, che registrano 25 contrari e 18 astenuti. Spaccati sono i Verdi (27 a favore, 19 contro e 6 astensioni) e l’Ecr (33 a favore, 39 contro e 4 astenuti). Contrari La Sinistra, i Patrioti per l’Europa e l’Europa per le Nazioni Sovrane. Usando la lente d’ingrandimento sull’Italia: hanno votato compattamente Fratelli d’Italia e Forza Italia a favore, Lega, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle contro. Tra i 21 deputati del Partito Democratico nel gruppo S&D, si registrano 19 sì e i voti contrari di Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Dunque, gruppi politici divisi e una maggioranza flebile: ma dal primo dicembre l’esecutivo Ue entra in carica.

 

Elena Fois

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