European Commission President Ursula von der Leyen arrives for the presentation of the College of Commissioners and their programm at the European Parliament on November 27, 2024 in Strasbourg, eastern France. (Photo by FREDERICK FLORIN / AFP)
La maggioranza più piccola di sempre e il primo caso in cui la squadra riceve un supporto minore di quello dato a chi la presiede. E’ questa la spinta che il Parlamento europeo, con il voto di oggi in plenaria, dà alla seconda Commissione europea targata Ursula von der Leyen: il Collegio dei 26 commissari è stato approvato con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti. Un risultato che riporta 31 consensi in meno rispetto ai 401 che a luglio avevano fatto rieleggere la politica tedesca alla guida di Palazzo Berlaymont e che segna la più bassa fiducia incassata da un esecutivo Ue dal 1995, cioè da quando l’Eurocamera elegge il Collegio.
Ma la squadra è approvata e a farne parte, nel ruolo di vice presidente esecutivo a Riforme e Coesione, c’è Raffaele Fitto. Dopo il voto ha ricordato che è “fondamentale lavorare tutti insieme e dare prova di unità” per vincere le sfide. “Ogni mia energia e tutto il mio impegno dei prossimi cinque anni saranno dedicati a questo scopo, nel pieno rispetto dei Trattati ed a difesa dell’interesse comune europeo“, ha ribadito. Ma proprio sul suo nome si è consumata, in queste settimane, una frattura nella maggioranza tradizionale e in quella possibile con i Verdi. E, nonostante in aula la presidente oggi abbia promesso di lavorare “sempre dal centro” e con tutte le “forze democratiche pro-Ue”, le reazioni e il voto dei gruppi hanno fatto capire quanto il sostegno esca lesionato dall’affidamento di una vice presidenza esecutiva un membro, Fitto, della famiglia dei conservatori e riformisti europei (Ecr) considerata sovranista.
Nel presentare il lavoro del meloniano, von der Leyen evidenzia la necessità per l’Ue di impegnarsi “per affrontare i problemi che le regioni hanno davanti“. E “questo è il compito di coesione e riforme che ho affidato come vice presidente esecutivo a Raffaele Fitto: è una scelta che ho fatto anche perché so quanto sia fondamentale dare alle regioni l’importanza politica che meritano”, puntualizza. Una scelta divisiva, però. Si inizia con l’Spd tedesco (nel gruppo S&D), che annuncia l’astensione dal voto sulla nuova Commissione. I Verdi – spaccati, ma con una leggera maggioranza a favore – confermano di essere “dell’opinione che sia un errore fare Fitto vice presidente esecutivo di questa Commissione europea“.
Alla fine, comunque, il von der Leyen 2 incassa un appoggio frastagliato dai liberali di Renew Europe (67 sì e 6 astensioni), dal Ppe, che però conta 25 franchi tiratori – la delegazione del Partido Popular spagnolo, delusi dalla presenza della connazionale Teresa Ribera, e tre eurodeputati sloveni -, dai socialisti, che registrano 25 contrari e 18 astenuti. Spaccati sono i Verdi (27 a favore, 19 contro e 6 astensioni) e l’Ecr (33 a favore, 39 contro e 4 astenuti). Contrari La Sinistra, i Patrioti per l’Europa e l’Europa per le Nazioni Sovrane. Usando la lente d’ingrandimento sull’Italia: hanno votato compattamente Fratelli d’Italia e Forza Italia a favore, Lega, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle contro. Tra i 21 deputati del Partito Democratico nel gruppo S&D, si registrano 19 sì e i voti contrari di Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Dunque, gruppi politici divisi e una maggioranza flebile: ma dal primo dicembre l’esecutivo Ue entra in carica.
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