France's President Emmanuel Macron welcomes Britain's Prime Minister Keir Starmer before an informal summit of European leaders to discuss the situation in Ukraine and European security at The Elysee Presidential Palace in Paris on February 17, 2025. European leaders were due to meet in Paris on February 17, 2025 to address Washington's shock policy shift on the war in Ukraine, as Britain declared itself ready to dispatch peacekeeping troops to Ukraine. (Photo by Ludovic MARIN / AFP)
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Una “svolta” per la sicurezza europea. In una riunione d’emergenza convocata da Parigi, l’Europa cerca di adottare una posizione comune per non restare spettatrice di negoziati sulla fine della guerra in Ucraina condotti da Donald Trump.
Diversi leader, tra cui la premier Giorgia Meloni, il britannico Keir Starmer, il tedesco Olaf Scholz e il polacco Donald Tusk, raggiungono il presidente francese Emmanuel Macron all’Eliseo per una riunione convocata d’urgenza. Con loro, anche i capi dei governi spagnolo, olandese e danese. L’Europa e gli Stati Uniti devono “agire sempre insieme” per la sicurezza collettiva, chiarisce il cancelliere tedesco.
“La sicurezza dell’Europa è a un punto di svolta”, scrive la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al suo arrivo nella capitale francese, dove è presente anche il segretario generale della Nato Mark Rutte. “Abbiamo bisogno di uno spirito di urgenza” e di “un salto in avanti nella nostra difesa“, commenta. Intanto, il commissario europeo al Commercio e alla Produttività, Valdis Dombrovskis, dall’Eurogruppo promette di “lavorare molto seriamente per rafforzare la resilienza e la competitività dell’economia europea“. Mentre i leader europei si incontrano a Parigi, il commissario sottolinea che “senza una pace duratura in Ucraina non possiamo avere crescita economica stabile e sicurezza per l’Europa“. Sull’allentamento del patto di stabilità per la difesa si deciderà, spiega, nelle prossime settimane: “Ciò che è stato annunciato finora è che utilizzeremo le clausole di salvaguardia. Non c’è una decisione definitiva in questa fase“, precisa, ricordando che il lavoro è “ancora in corso”.
Poco prima dell’inizio dei colloqui, Macron sente al telefono Trump, che la scorsa settimana ha creato scompiglio in Europa per aver parlato con Vladimir Putin lanciando grandi manovre diplomatiche sull’Ucraina. Tanto più che l’inviato americano Keith Kellogg, che si recherà in Ucraina giovedì, ha chiarito che Washington non vuole gli europei al tavolo dei negoziati. La riunione di crisi di oggi inaugura un balletto diplomatico che proseguirà con inediti colloqui USA-Russia previsti per martedì in Arabia Saudita, dove è arrivato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Secondo il Cremlino, riguarderanno in particolare “possibili negoziati sull’Ucraina”, anche se la diplomazia americana ne ha minimizzato la portata, assicurando che non si tratterebbe dell’inizio di una “trattativa”.
Il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky si recherà comunque anche in Arabia Saudita mercoledì, dopo aver avvertito che il suo Paese “non riconoscerà” alcun accordo concluso senza di lui sulla propria sorte. Il primo ministro britannico Starmer fa sapere che incontrerà Donald Trump “la prossima settimana” a Washington. Ma l’appuntamento che tutti ora attendono, e che molti temono, è quello tra il presidente americano e il suo omologo russo. Dovrebbe avvenire “molto presto”, fa sapere l’inquilino della Casa Bianca. Prima di ritrovarsi a Parigi in una riunione ristretta che potrebbe essere seguita da altre allargate al resto degli europei, il Vecchio Continente ha messo in mostra le sue divergenze sull’invio delle truppe. La Gran Bretagna, che vorrebbe svolgere un ruolo di facilitatore tra gli Stati Uniti e gli europei, domenica si è detta pronta a inviare uomini in Ucraina “se necessario” per “contribuire alle garanzie di sicurezza”. Anche la Svezia “non esclude” lo spiegamento di soldati se i negoziati consentiranno di instaurare “una pace giusta e duratura”. D’altra parte, il primo ministro polacco Tusk, forte sostenitore di Kiev, garantisce che la Polonia non invierà militari in Ucraina. Come la Spagna, anche la Germania ritiene “prematuro” discutere dell’invio di truppe, preferendo “aspettare prima di vedere se e come, come speriamo, si instaurerà la pace in Ucraina”.
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