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Clima e regolamento Ue su deforestazione mettono le ali al prezzo del caffè

I prezzi del caffè estendono il loro rally di questa settimana, con l’Arabica che ha registrato un massimo di 1 mese e la Robusta che ha messo a segno invece un top di 2 settimane e mezzo, riportandosi vicini ai record da 13 anni toccati un paio di mesi fa. Alla base dei rialzi ci sono motivazioni climatiche, ma anche legislative legate all’imminente regolamento europeo sulla deforestazione.

C’è preoccupazione che le temperature gelide in Brasile possano danneggiare i raccolti di caffè. Il meteorologo Rural Clima ha previsto che le temperature nel Paese carioca potrebbero scendere vicino allo zero la prossima settimana. Questo ha riacceso gli acquisti sia sull’Arabica, l’alta qualità preferiti dalle catene di caffè come Starbucks, sia sulla Robusta, varietà più popolare e preferita per il caffè solubile. Lunedì in realtà i prezzi erano scesi ai minimi di un mese, in seguito all’aumento delle forniture globali di caffè, dopo che l’Organizzazione Internazionale del Caffè (ICO) ha segnalato che le esportazioni globali di giugno erano cresciute del 3,8% annuo a 10,78 milioni di sacchi, mentre le esportazioni globali da ottobre a giugno avevano fatto un balzo del 10,1% annuo a 103,47 milioni di sacchi. Poi però il clima ha cambiato umore al mercato: Somar Meteorologia ha riferito lunedì che la regione brasiliana di Minas Gerais ha ricevuto 0,4 mm di pioggia la scorsa settimana, ovvero il 5% della media storica della settimana di 8,6 mm. E Minas Gerais rappresenta circa il 30% del raccolto di arabica del Brasile.

Non è però solo il meteo a far salire i prezzi. La domanda emergente in mercati come la Cina promette di mantenere le scorte limitate. Se i prezzi del caffè non salgono per i coltivatori – le grandi catene globali hanno rincarato i listini solo ai consumatori – non ci sarà motivo per i coltivatori di mantenere una produzione a lungo termine, con possibili rischi di carenze globali. Carenze che paventano i commercianti europei, preoccupati dal fatto che la nuova normativa per la protezione delle foreste possa frenare le importazioni. I futures per la consegna a settembre, rispetto ai contratti di dicembre, stanno aumentando poiché queste sono le ultime occasioni per i trader del Vecchio Continente di acquistare alle borse di New York o Londra chicchi di caffè da importare poi nella Ue senza preoccuparsi della regolamentazione sulla deforestazione. “Prendere in consegna il contratto di dicembre sarebbe rischioso perché i commercianti potrebbero non avere abbastanza tempo per sdoganarlo prima che la legge entri in vigore alla fine dell’anno”, si legge in una analisi di Bloomberg. “Il mercato teme che in entrambi i terminal inizieremo a vedere decertificazioni”, spiega Tomas Araujo, trading associate presso StoneX, sempre a Bloomberg. “Se inizieremo a vedere prelievi da ora fino alla fine dell’anno, ciò metterà ancora più pressione sul mercato spot”. 

Il regolamento Eudr richiede che il caffè che entrerà in Europa venga tracciato fino alle sue origini, altrimenti il ​​blocco imporrà pesanti sanzioni. Circa il 98% delle scorte di Arabica sono conservate nei porti europei, principalmente ad Anversa. Su circa 800.000 sacchi, solo il 15% è considerato conforme all’Eudr, lasciando il resto classificato come scorta di transizione soggetta a sanzioni dopo il 30 dicembre. “Ciò potrebbe potenzialmente innescare un altro periodo di angoscia sulle forniture consegnabili”, ha affermato Judith Ganes, presidente della J. Ganes Consulting con sede a New York, in una ricerca, citata da Bloomberg.

Valentina Innocente

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