Mentre la produzione di latte in Europa continua a calare, in Italia i prezzi corrono. È questo il paradosso che emerge dagli ultimi dati pubblicati dall’Usda (il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) e dalle rilevazioni della Borsa merci telematica: la crisi strutturale del comparto lattiero-caseario europeo sta avendo effetti contrastanti a livello locale, con il nostro Paese che si trova a fare i conti con prezzi in salita nonostante una disponibilità sempre più ridotta.
Secondo il rapporto Usda, nel 2025 la produzione di latte nell’Unione Europea scenderà sotto i 145,3 milioni di tonnellate, segnando un calo di quasi l’1% rispetto all’anno precedente. Nonostante un miglioramento nella resa per capo, favorito da innovazioni genetiche, la contrazione del 3% del patrimonio zootecnico da latte – il più marcato degli ultimi anni – non sarà compensata. Normative ambientali più stringenti, diffusione di malattie, scarsa redditività e alti prezzi delle carcasse bovine stanno spingendo verso una maggiore macellazione delle vacche, riducendo ulteriormente la capacità produttiva, spiega l’Usda. E il trend negativo potrebbe continuare anche oltre il 2025: l’aumento dei costi energetici e dei fertilizzanti, unito a margini sempre più risicati, sta scoraggiando l’ingresso di nuovi produttori nel settore.
Nel frattempo, in Italia, la riduzione fisiologica della produzione dovuta al caldo e le dinamiche di mercato stanno portando a forti aumenti dei prezzi, sottolinea Bmti (la Borsa merci telematica) nel suo report mensile relativo ai prezzi alla produzione. A giugno, la quotazione del latte spot nazionale è salita dell’11,3% su base mensile e di oltre il 14% su base annua. Dopo mesi di relativa stabilità, il comparto lattiero ha segnato una crescita complessiva del +4% rispetto a maggio, con valori superiori del 13,3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche i formaggi Dop a lunga stagionatura si mantengono su livelli alti, con una crescita annua del 15,2%, sostenuta soprattutto dalla domanda estera. I formaggi freschi e a media stagionatura, così come la crema di latte, hanno chiuso il mese con lievi aumenti, segno di una domanda ancora viva nonostante la ridotta offerta. Il settore lattiero-caseario europeo si trova quindi davanti a un paradosso economico: da un lato, la produzione si riduce sotto la pressione di regole ambientali, costi elevati e margini ridotti; dall’altro, la domanda rimane sostenuta, soprattutto nei segmenti premium come i formaggi Dop, mantenendo i prezzi su livelli elevati. Per i consumatori italiani, ciò si traduce in prezzi più alti al dettaglio, mentre gli operatori della filiera devono affrontare un contesto sempre più instabile e selettivo.
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