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In Italia il 2021 è stato l’anno dell’eolico. Ma l’obiettivo al 2030 è lontano

Se il 2021 ha rappresentato un anno di crescita per le energie rinnovabili in Italia – pur essendo ancora lontani gli obiettivi del 2030 – è, almeno in parte, merito dell’eolico. Lo scorso anno le nuove installazioni sono aumentate del 150% (oltre 400 MW del 2021 contro i 160 MW del 2020), tornando quindi ai valori di crescita pre-pandemia. A fotografare il quadro delle energie alternative in Italia – e quindi anche dell’eolico – è il Rapporto sulle energie rinnovabili (RER) realizzato dall’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Nel 2021 sono 76 gli impianti eolici installati in Italia: di questi, i 19 di potenza superiore a 1 MW cubano il 95% della nuova potenza (386 MW). I nuovi impianti di grande taglia (superiore a 10 MW) di Puglia, Sicilia, Basilicata e Calabria sostituiscono la disinstallazione di 15 MW in Abruzzo.

Attualmente sono 5777 gli impianti eolici in Italia, che producono complessivamente 11 GW di potenza. Il 9% degli impianti ha potenza superiore o uguale a 1 MW che cuba il 96% di quella installata totale. Le Regioni italiane con il maggior numero di impianti sono la Basilicata, la Puglia, la Sicilia, la Campania, la Sardegna e la Calabria, dove ovviamente il vento è più forte. Confrontando la capacità installata in MW nelle diverse regioni tra il 2020 e il 2021, si evidenzia un trend più marcato in Basilicata, Puglia e Sicilia con rispettivamente 134, 115 e 88 MW aggiunti nel 2021. Analizzando la capacità installata pro-capite in kW nelle regioni italiane, la Basilicata si distingue con un valore nettamente superiore rispetto a tutte le altre regioni (2,6 kW per abitante nel 2021). La seconda Regione in questa particolare classifica risulta essere il Molise, con 1,3 kW per abitante nel 2021. La media italiana risulta essere pari a 0,2 kW/abitante.

LA SITUAZIONE IN EUROPA

Nel 2021 l’Europa ha investito 41 miliardi di euro in nuovi parchi eolici (-11% rispetto al 2020), per un totale di 25 GW di nuova capacità. Ma gli investimenti – come ricorda l’associazione Wind Europe – sono ben al di sotto di quelli necessari a far raggiungere al continente i suoi obiettivi di sicurezza energetica e climatica per il 2030. L’agenda REPowerEU, infatti, prevede che l’UE espanda la sua capacità eolica da 190 GW di oggi a 480 GW entro il 2030. Ciò significa costruire 35 GW di nuove turbine eoliche all’anno fino al 2030.

Nonostante la crescita dell’eolico in Italia nel 2021, è la Germania a guidare la classifica europea, con quasi 64 GW nel 2021. Anche UK e Francia mostrano un trend di crescita sostenuto dal 2010 ad oggi, mentre nel nostro Paese e in Spagna si evidenzia una crescita più contenuta. Ma sono molti i Paesi europei che hanno dato vita a progetti ambiziosi. La Norvegia, ad esempio, ha presentato un piano di sviluppo eolico offshore (quindi su piattaforme galleggianti) che, con la tecnologia attuale, aumenterebbe il numero delle sue turbine eoliche offshore da due a 1.500 entro il 2040. Per allora, le concessioni dovrebbero essere assegnate per permettere l’installazione di 30.000 MW di capacità offshore.

CINA VERSO IL RECORD EOLICO OFFSHORE

A livello mondiale, però, il 2021 non è stato un anno favorevole per l’eolico: quello onshore (cioè con le turbine collocate a terra) è crollato del 32% rispetto all’anno precedente. Per il 2022 – secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) – ci si attende uno slancio dell’eolico offshore (quello su piattaforme galleggianti): le nuove piattaforme dovrebbero superare dell’80% quelle del 2020. Entro la fine del 2022, la Cina dovrebbe superare l’Europa e diventare la prima regione del mondo in termini di capacità eolica offshore.

Nadia Bisson

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