Arriva su Netflix la docuserie ‘La vita sul nostro pianeta’ di Spielberg

Arriva oggi in tutto il mondo sulla piattaforma Netflix ‘La vita sul nostro pianeta’, una nuova serie di documentari prodotta da Steven Spielberg con l’obiettivo di ripercorrere l’intera storia della presenza della vita sulla Terra, in un formato mozzafiato e accattivante. La serie in otto episodi accompagna gli spettatori in un viaggio attraverso le cinque precedenti estinzioni di massa, ricreate con una serie di effetti speciali. La storia, narrata dall’attore Morgan Freeman, ci ricorda che negli ultimi 4 miliardi di anni la vita ha sempre trovato un modo per superare le catastrofi, dalle dure ere glaciali alle cadute di meteoriti. Ogni volta, le specie che sono riuscite a sfuggire alla distruzione hanno combattuto una feroce battaglia, in stile ‘Games of Thrones’, per assicurarsi il dominio nella nuova era.

“Quello che volevamo fare, la nostra intenzione fin dall’inizio, era adattare la storia della vita a una soap opera. Fare in modo che fosse una produzione da guardare tutta d’un fiato. Perché la storia è così drammatica”, spiega lo sceneggiatore-produttore Dan Tapster.

In ‘La vita sul nostro pianeta’, la tensione e la suspense risiedono nella “vittoria” a sorpresa delle specie sulle altre, almeno per la durata di qualche centinaio di migliaia di anni. L’influenza dello studio di Spielberg, Amblin Television, ha permesso di aggiungere “molta più emozione” e “pathos” a questo documentario storico, secondo Tapster. Il documentario presenta specie chiave come il primo pesce con una spina dorsale e il primo vertebrato a migrare dall’oceano alla terraferma. E con il 99% delle specie che un tempo vivevano sulla Terra ormai estinte, i registi avevano l’imbarazzo della scelta. “Ci sono almeno un miliardo di specie che non ci sono più e abbiamo dovuto limitarci a 65”, spiega lo sceneggiatore-produttore.

La serie abbonda di effetti speciali progettati dalla Industrial Light & Magic, la società fondata dal padre di ‘Guerre stellari’ George Lucas, che 30 anni fa è stata pioniera nella progettazione di dinosauri in 3D per ‘Jurassic Park’ di Steven Spielberg. I mostri del passato, dai dinosauri al Cameroceras, un mollusco gigante la cui conchiglia poteva raggiungere gli 8 metri, sono inseriti nella serie in paesaggi reali. Per farlo, i produttori hanno dovuto setacciare il mondo per trovare ambienti contemporanei che assomigliassero a quelli in cui queste creature vivevano più di 450 milioni di anni fa. I registi hanno anche dovuto utilizzare effetti speciali per eliminare ogni traccia di modernità dalle immagini, cancellando pesci, mammiferi e persino l’erba.

Ma il documentario dedicato a questi temi non è l’unico sul mercato. Questa settimana uscirà anche ‘Planet Earth III’, una nuova puntata della serie del documentarista David Attenborough prodotta dalla BBC. Fa seguito alla produzione per Apple TV ‘Prehistoric Planet’, sempre con Attenborough, che offre un tuffo nel mondo dei dinosauri.

‘La vita sul nostro pianeta’ mira a distinguersi dalla massa grazie al messaggio trasmesso dalla sua narrazione. Con una sesta estinzione di massa dovuta all’attività umana in corso, il documentario offre un avvertimento preoccupante. “Nei cinque periodi che abbiamo avuto finora, c’è stato un denominatore comune: le specie dominanti dell’era pre-estinzione non torneranno mai più”, sottolinea il produttore Alastair Fothergill.

Elena Fois

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