Pur essendo un comparto strategico per l’alimentare – con una produzione nazionale nel 2021 di 83.861 tonnellate (+4,35% sul 2020) e un valore di mercato di circa 1,38 miliardi di euro – per il tonnpo in scatola lo scenario per il futuro è allarmistico: i costi dell’attività produttiva hanno raggiunto livelli “intollerabili”, soprattutto per i rincari energetici (+301% nell’ultimo anno), che si riversano a cascata su tutte le materie prime utilizzate a partire dal pesce all’olio e altri materiali di imballaggio (packaging) che negli ultimi dodici mesi sono cresciuti a livelli superiori al 50%. “Continuare in questa direzione – spiega Simone Legnani, presidente di Ancit (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) porterà a una crisi irreversibile. Il nostro comparto ricopre un ruolo sociale garantendo alimenti di qualità, a prezzi accessibili, e non richiede l’utilizzo di energia per la conservazione, né di gas per la cottura ma la situazione è ormai al limite. Serve il sostegno della classe politica e una collaborazione più trasparente lungo tutta la filiera”.
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