“I cittadini del mondo aumentano, saremo 10 miliardi da qui ai prossimi 20 anni e, secondo i dati dell’Ocse, dovremo produrre di più, soprattutto in termini di generi alimentari: se la popolazione del mondo aumenta si stima un aumento del 30% della produzione agricola a livello globale”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al Meeting di Rimini. “Come farlo? – prosegue nel ragionamento -. Sembrerebbe semplice, ma ci sono gli effetti del cambiamento climatico”. Ecco perché la confederazione ritiene che il grosso del lavoro “passerà attraverso la digitalizzazione dell’agricoltura – dice Giansanti -. Produrre di più e preservare le risorse naturali è possibile farlo mettendo a sistema quella mole di dati che oggi gli agricoltori producono e condividendoli nel sistema generale” oltre all’utilizzo “dei migliori strumenti che la tecnologia offre: da quelle di evoluzione assistita fino ai satelliti”. Con questi strumenti – continua – “si potrà diminuire, nella produzione, l’utilizzo di acqua (che non è infinita) del 20-25%, dei prodotti fitosanitari del 10%, così come diminuirà l’utilizzo dei fertilizzanti del 15% e delle macchine dal 4 all’8%, e questo significa un minor utilizzo anche di gasolio. Tutto questo dà un segnale evidente di come la digitalizzazione e le tecnologie applicate porteranno un vantaggio all’agricoltore e, di conseguenza, ai consumatori”.
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