“Prima è stato il turno dei combustibili fossili. Ora dei sistemi alimentari. Mi riferisco all’elefante nella stanza dei dibattiti sulla crisi climatica. Malgrado la Cop28 di Dubai abbia dedicato una giornata alla trasformazione dei sistemi alimentari, il tema non è poi entrato nell’accordo finale del vertice”. Lo scrive Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, in un suo intervento su La Stampa. “Eppure la scienza è chiara: se non trasformiamo i sistemi alimentari, le emissioni a essi collegate (37 per cento del totale), da sole, causeranno il superamento di +1,5 gradi di temperatura, poco oltre il 2050 – scrive ancora -. Possiamo azzardarci a dire che il cibo ci sta mangiando. Si tratta di un cibo omologato, globale e poco naturale che mangia l’ambiente, inquinandolo, i contadini, non riconoscendo un reddito adeguato e in certi casi rendendoli schiavi dell’agroindustria, e noi cittadini, facendoci ammalare”.
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