“Con le tecnologie disponibili entro il 2050 è possibile dimezzare le emissioni di C02 nelle città italiane”. Così Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. “Le città sono cruciali nel processo di decarbonizzazione perché sta aumentando la popolazione che va a vivere nei centri urbani, nonostante la crisi demografica. Oggi, in Italia, oltre il 72% delle persone vivono nelle città e si stima che questa percentuale possa salire all’81% al 2050, in linea con gli altri Paesi europei, con un conseguente incremento delle emissioni di CO2 di circa il 20%. Ma c’è una buona notizia: investire in decarbonizzazione delle città è molto efficace. I centri urbani, infatti, si caratterizzano per un’efficienza intrinseca; richiedono minor consumo termico (-21% per unità di superficie), generano economie di densità per le reti idriche, elettriche e gas e favoriscono un minor ricorso ai mezzi individuali per gli spostamenti. Abbiamo stimato che grazie alle leve tecnologiche già oggi disponibili, investendo circa 270 miliardi di euro al 2050, è possibile ridurre le emissioni delle città di oltre il 50%”, aggiunge nell’intervista a La Stampa. E ancora: ” Abbiamo in programma 22 miliardi di investimenti appena confermati nell’aggiornamento del piano industriale di A2A. Vuol dire circa 2 miliardi all’anno: uno dei focus principali sono le reti elettriche e a questo proposito stiamo perfezionando l’acquisizione di una porzione in Lombardia di una rete di Enel. Oggi l’Italia ha un fabbisogno lordo di 1800 terawattora di energia primaria, petrolio, gas ed energia elettrica, e si deve arrivare dimezzarla entro il 2050. Gli elementi su cui lavorare sono la climatizzazione degli edifici e la mobilità. In entrambi i casi gli strumenti sono già disponibili. Abbiamo pompe di calore e veicoli elettrici: due tecnologie che sono in grado di spingere verso questa decarbonizzazione. Per poterlo fare, però, servono reti elettriche che siano sufficientemente sviluppate. In Europa serviranno oltre 580 miliardi di investimenti entro il 2050, di questi circa 50 in Italia. È necessario agevolare gli usi finali quindi. Se guardiamo ad esempio alle auto elettriche e alle infrastrutture di ricarica, nel nostro piano prevediamo di installare circa 24 mila punti di ricarica pubblici”.
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