Per la quinta volta in pochi giorni, il prezzo unico nazionale (Pun) dell’energia elettrica, ovvero il valore in base al quale vengono poi calcolate le nostre bollette, si trova sopra i 500 euro per MWh. Più precisamente il prezzo di domani è fissato a 521,04 euro per MWh, inferiore al record registrato giovedì scorso a quota 547, tuttavia ancora su livelli proibitivi per il sistema economico-famigliare italiano. Il picco di costi si registrerà ancora una volta al Nord: 555 euro. Mentre la zona più conveniente – si fa per dire – è il Sud, con una media di 457 euro/MWh. A livello orario la fascia meno cara sarà intorno alle prime ore del mattino con un minimo orario di 379 euro, il picco invece si verificherà intorno all’ora di cena: 651 euro.
In Europa non se la passa bene la Francia, alle prese con problemi legati alle sue centrali nucleari, che vanta un prezzo medio simile al nostro ovvero 532 euro/MWh, Svizzera e Austria si fermano intorno ai 430 euro, mentre va decisamente meglio in Germania con un valore d’acquisto di 316 euro/MWh. A incidere sulle quotazioni ancora una volta è il gas e la nostra dipendenza dall’oro bianco per produrre energia elettrica. La formula dice che il PUN si forma così = prezzo del gas x 2 + prezzo dei certificati delle CO2: 5. Al Ttf, la principale piazza di scambio del gas, il prezzo è sui massimi a quota 168 euro/MWh, un livello che non si vedeva dai primi di marzo, poco dopo lo scoppio del conflitto ucraino.
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