“Attorno a Cassa Depositi e Prestiti gravitano tante definizioni: quella che ho voluto contrastare con più forza è che sia la cassaforte dello Stato. Perché Cdp è tutt’altro che un oggetto inerte, fermo e pesante. Non è un centro di potere, ma un centro di servizi, una banca promozionale pubblica che opera in modo proattivo e sul territorio”. Lo dice Dario Scannapieco dal 2021 al timone della Cassa, che quest’anno festeggia il suo 175° anniversario. In una intervista a Il Sole 24 Ore spiega che Cdp non è un soggetto statico: “In questi anni abbiamo cercato di ribaltare questa visione. Prova ne è, da ultimo, il roadshow che abbiamo avviato con Confindustria. Finora sono state fatte tre tappe: la prima, quella di avvio a Roma con il presidente degli industriali, Emanuele Orsini, poi Cagliari e l’ultima a Bologna, la scorsa settimana. Pensiamo di completare il tour per l’Italia nei prossimi due mesi perché Cassa non sia vista come un lontano palazzone grigio a Roma. E il nuovo piano industriale ha previsto proprio questo: una Cassa molto più proattiva e vicina ai territori”. E ancora: “Cdp è un implementing partner di InvestEu, il programma europeo chiamato a rilanciare la competitività e la crescita in Europa, e siamo tra le banche promozionali che hanno avuto un maggiore accesso alle risorse europee, con 1,3 miliardi di garanzie. Senza contare che la mia posizione come presidente di Elti, il network degli investitori di lungo periodo del Vecchio Continente, mi dà la possibilità di amplificare la voce di questi istituti promozionali: da KfW in Germania alla Cdc in Francia, siamo ormai 33 e la Commissione Europea individua questi soggetti, che hanno una forte conoscenza delle esigenze dell’economia e della società, come cruciali strumenti di messa a terra del budget comunitario. La regolamentazione del nuovo quadro finanziario pluriennale europeo dovrebbe mantenere l’open architecture, che consente alle banche promozionali di accedere in modo diretto al budget Ue e questo è un grande riconoscimento del nostro ruolo”. E infine: “Tolte le risorse che Cdp ha messo in pista come banca per la cooperazione e lo sviluppo, la nostra attività ci ha portato ad avere un portafoglio crediti che è sostanzialmente diviso al 50% tra quella che è la missione storica della Cdp, il supporto alla Pa, e il sostegno alle imprese. E il nuovo piano, che prevede di impegnare risorse per 81 miliardi di euro attivando investimenti per circa 170 miliardi, porta con sé un salto di qualità perché incorpora anche Simest. Questo significa che potremo seguire l’intero ciclo vita delle imprese, dalla fase di incubazione attraverso Cdp Venture Capital fino al successivo sviluppo e all’internazionalizzazione attraverso Simest che le accompagna nell’apertura di nuovi mercati”.
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