“La grande battaglia è tra Stati Uniti e Cina, e quando ci si trova in presenza di multinazionali, ovviamente, il campo è vastissimo, è difficile circoscrivere i danni alla parte europea. In realtà è dai tempi del Covid che le aziende qui in Cina hanno iniziato a diventare resilienti. E a capire come poter ridurre i costi e come riaggiustare la catena delle forniture”. Lo dice Jens Eskelund è il presidente della Camera di commercio delle aziende europee in Cina. In un colloquio con Il Sole 24 Ore spiega: “Le società europee hanno realizzato che devono essere pronte a reagire, qualsiasi cosa succeda. Il mondo sta diventando sempre più imprecisabile per questo devono (e lo stanno facendo) rendere la loro catena più robusta possibile”. E ancora sulla Cina che non può assorbire la sua sovraproduzione nel mercato interno: “Anche prima di questa congiuntura sarebbe stato impossibile. La situazione attuale rischia di portare alla saturazione del mercato cinese in quanto ad auto elettriche, pannelli solari e così via. Il rischio è che l’Europa sia inondata da prodotti sottocosto tali da rendere Pechino troppo competitiva a scapito della produzione europea”.
Photocredit: Afp La pace commerciale è questione di feeling. A Washington, tra Giorgia Meloni…
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